Al Museo del Rock a Catanzaro, Lino Vairetti e Jenni Sorrenti parleranno del rock progressivo

Negli anni settanta il rock progressivo italiano ha vissuto momenti di grande splendore, facendosi apprezzare anche oltre i confini per l’elevata qualità delle proposte. Venerdì 3 gennaio alle ore 17:30 il Museo del Rock, diretto da Piergiorgio Caruso, ospiterà Lino Vairetti, cantante e fondatore degli Osanna, e Jenny Sorrenti, voce e fondatrice dei Saint Just, due musicisti che con i rispettivi gruppi ancora oggi sono considerati come esponenti di punta di quel genere, unitamente al Banco del Mutuo Soccorso, alla Premiata Forneria Marconi e Le Orme.

 

Organizzato con il supporto del Circolo Placanica, l’appuntamento non sarà solo l’occasione di poter incontrare i due artisti, ma anche la possibilità di rivivere attraverso le loro storie un periodo di grande fervore musicale. Era una Italia nuova quella che usciva dalla “rivoluzione” beat, periodo fondamentale per lo sviluppo di molti gruppi, su tutti i Quelli (successivamente Premiata Forneria Marconi) e Le Orme che hanno saputo rinnovarsi, prendendo spunto dalle nuove forme musicali provenienti dall’Inghilterra. Soprattutto dal prog rock.

 

In quel contesto ci fu un proliferare di nuovi gruppi, alcuni dei quali andarono oltre la semplice proposta musicale. Su tutti gli Osanna che seppero coniugare gli stilemi del rock progressivo con un sound innovativo supportato, durante le loro esibizioni, da coreografie che richiamavano il teatro napoletano. Originali anche per il loro modo di presentarsi sul palcoscenico truccati e con costumi di scena.

Per Vairetti, quello di venerdì, sarà un gradito ritorno a Catanzaro. La sua performance con gli Osanna lo scorso mese di novembre, nell’ambito del Festival d’Autunno, è stata tributata con una lunga ovazione finale, segno di un riconoscimento delle qualità artistiche di un personaggio che negli anni ha saputo rinnovarsi senza rinnegare la sua musica. Significativo il recupero di Palepoli, considerata l’opera più importante della discografia della band napoletana. Infatti lo scorso anno, con la nuova formazione degli Osanna, Vairetti ha riletto le partiture di quell’album, ampliandolo con nuove composizioni e includendo due classici della musica napoletana come Fenesta vascia e Michelemmà rivisitati superbamente.

Anche per Jenny Sorrenti e i Saint Just è ancora viva la voglia di non tradire le proprie origini. La cantante, musicista e compositrice che nei primi anni settanta si è messa in evidenza con il suo gruppo e con due ottimi album, Saint Just e La casa del lago, in autunno pubblicherà un nuovo lavoro riprendendo una storia che l’ha vista una delle maggiori innovatrici della scena musicale nazionale. Non semplicemente prog rock la sua musica, essendo riuscita a fondere quel genere con importanti spunti di musica folk e accenni di psichedelia.

Conclusa nel 1976 l’avventura con i Saint Just, Jenny Sorrenti ha iniziato una carriera da solista incidendo “Suspiro”, nel quale era presente Pino Daniele, suo grande amico. La ricerca di nuove sperimentazioni musicali, non le ha mai fatto abbandonare la voglia di studiare. Proprio il continuo desiderio di affrontare nuovi percorsi l’hanno indotta a studiare lirica e canto medievale, arrivando a pubblicare tre album da solista, Medieval zone, Com’è grande enfermidade e Burattina. Jenny Sorrenti, riformati nel 2012 i Saint Just e dopo aver inciso Prog expolsion, nello stesso anno hanno condiviso con gli Osanna un concerto in Giappone e molti altri in Italia ottenendo nuovi consensi di pubblico e critica.

Nel corso dell’appuntamento al Museo del Rock la presenza di Giuseppe Imparato, considerato tra i più autorevoli collezionisti italiani di vinile, sarà un ulteriore momento di approfondimento culturale per gli appassionati e di curiosità per i neofiti.

 

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