Dati economici disastrosi, Squinzi: "Serve scossa"

Lo ha detto il presidente di Confindustria al Meeting di Rimini

Giorgio Squinzi
Giorgio Squinzi

"Mi auguro che accada qualche miracolo nell'ultimo trimestre", ma sul fronte del Pil anche nel 2014 "stiamo andando oramai verso un dato negativo dello 0,2 o 0,3", dice il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi al Meeting di Rimini.  Il nostro, avverte, "è un Paese che ha bisogno di una scossa".

   

E' un "dato drammatico" quello di oggi sull'occupazione, sottolinea Squinzi. "Siamo tornati ai livelli peggiori. Questo è quello su cui dobbiamo riflettere: ritrovare la capacità di trovare lavoro, e questo può venire solo dalle imprese". 

 

"Non prendiamo come scusa l'evoluzione del Pil negativa anche in Germania, non è una buona scusa", avverte Squinzi. "L'idea che anche loro stanno soffrendo non è una buna scusa, dobbiamo guardare al nostro interno". " Servono riforme, serve un lavoro gigantesco, per recuperare il grande ritardo", ci sono nodi che frenano l'impresa e non vengono affrontati "da venti anni", e che potrebbero essere sciolti anche con "interventi a costo zero". Il leader degli industriali, Giorgio Squinzi, avverte ancora che "le imprese hanno bisogno di ritrovare la fiducia, di avere situazioni gestibili. I nodi sono quelli ribaditi più volte da tempo: burocrazia e semplificazioni, lavoro, fisco, accesso al credito, licenze edilizie, energia, "lavorare senza temere di finire nel mirino della magistratura anche quando cerchi di lavorare al meglio", "cose contro cui noi imprenditori combattiamo tutti i giorni". "Perchè l'Italia è ferma? Anche perchè è ferma l'edilizia, una situazione drammatica. L'edilizia deve essere incentivata". E "dobbiamo avere una visione, un progetto" per il Paese. In cima alle priorità ancora "il carico fiscale del nostro Paese, tra i più elevati dei Paesi Ocse. Bisogna sicuramente metterci mano. Anche perchè è un carico fiscale che pesa sul lavoro: abbiamo l'Irap che è iniqua, unica al mondo". Confindustria invoca scelte per la crescita, anche "dolorose"; un "progetto" per il Paese, misure che costino anche sacrifici ma che servano per innescare "crescita delle imprese", quindi il lavoro. "Non ci opporremo mai in modo corporativo, non faremo nessuna critica in modo corporativo. Ma i provvedimenti dovranno essere nella direzione di far crescere le imprese", dice Squinzi. Serve anche un clima diverso verso l'impresa: "Ho sentito parlare il ministro delle imprese francesi e ho notato che ha fatto un discorso di apertura totale sulle imprese. Io questo da noi non lo percepisco".
(ANSA)

 

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