Equitalia e il pignoramento diretto su conto corrente: facciamo chiarezza

di Tommaso Rotella. Dal prossimo primo luglio il pignoramento del conto corrente in presenza di debiti fiscali o cartelle esattoriali, diventerà più facile e veloce.  

L'accorpamento tra l'Agenzia delle Entrate, che accerta, ed Equitalia che riscuote, garantirà maggiore efficienza e conoscenza diretta del contribuente, in modo da agire in maniera selettiva e mirata, quindi stop alle cartelle pazze, alla riscossione cieca e di massa, ma attività severa con gli evasori e flessibile con le reali aspettative dei contribuenti in temporanea difficoltà. Le norme che regolano la procedura di pignoramento diretto sono in vigore già dal 2005 art. 72 bis del DPR 602/1973. In pratica, dopo la notifica della cartella di pagamento, che rappresenta un atto esecutivo al pari del precetto, non sarà richiesta la necessaria citazione in giudizio del debitore e la successiva udienza, sicché l'Agenzia delle Entrate-Riscossione potrà procedere direttamente, trascorsi 60 giorni dalla notifica e in caso di inadempimento, inviando alla banca l'atto di pignoramento ancor prima di notificarlo all'interessato.

Tecnicamente la nuova Equitaliasi trasforma in un ente pubblico economico e diventa strumentale all'Agenzia delle Entrate, di fatto con un ampliamento notevole dei poteri di riscossione. Dal primo luglio i nostri conti correnti saranno più a portata di Fisco, la nuova società di riscossione (in capo all’Agenzia delle Entrate), avrà libero e diretto accesso all’Anagrafe tributaria. In parole povere, potrà accedere alla visualizzazione, senza alcun limite, di quanto abbiamo sul conto corrente e andare a eseguire la procedura pignoratizia dove ci sono i soldi disponibili. Saprà quanti soldi abbiamo sul conto corrente (non in tempo reale, ma fino al 31 dicembre dell’anno prima) e l’entità del nostro stipendio. Ci terrà costantemente sotto controllo e  come un computer  preleverà i soldi dove più ne trova. Il grande cambiamento di luglio sarà proprio questo, l’accesso dell’agenzia alle banche dati. Dal 2005, in caso di pignoramento, non serve più l’autorizzazione di un giudice, ma nonostante questo Equitalia oggi è ancora molto lenta, non essendo in grado di sapere in anticipo ciò di cui disponiamo sul conto corrente.

Può solo conoscere il nostro codice Iban, non esplorarlo. Così, prima del pignoramento, deve mettersi in contatto con l’Anagrafe tributaria (alla quale da luglio avrà accesso diretto), chiedere informazioni alla banca per poi prelevare l’importo. Equitalia potrà quindi sapere ciò che avevamo sul conto corrente fino al 31 dicembre 2016, dato che ogni 31 marzo l’anagrafe si aggiorna con i dati più recenti. Agenzia delle Entrate-Riscossione potrà notificare gli avvisi con la posta certificata elettronica (Pec). A guadagnarci sarà la rapidità. Se non abbiamo pagato una sanzione e ignorato le lettere di sollecito, ecco che subentra la nuova Equitalia. Una qualsiasi azienda o ramificazione dello Stato che vuole recuperare una certa somma, infatti, vi si potrà rivolgere nella speranza di incassare qualcosa. E gli agenti del recupero crediti entrano in azione, mandano un avviso al quale  dopo 60 giorni seguiranno le procedure cautelari ed esecutive. Generalmente, dal momento della scadenza del pagamento all’effettiva riscossione, ad oggi possono passare mesi, se non anni, specie se non vanno a buon fine. La nuova Equitalia, naturalmente, erediterà tutti i contenziosi in essere al 30 giugno.
                                                                                                                    
 

 

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