Istat: contratti collettivi e retribuzioni contrattuali del mese di aprile 2016

Alla fine di aprile 2016 i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la parte economica riguardano il 35,9% degli occupati dipendenti e corrispondono al 34,6% del monte retributivo osservato.
Nel mese di aprile l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie rimane invariato rispetto al mese precedente e aumenta dello 0,6% nei confronti di aprile 2015. Complessivamente, nei primi quattro mesi del 2016 la retribuzione oraria media è cresciuta dello 0,7% rispetto al corrispondente periodo del 2015.
Con riferimento ai principali macrosettori, ad aprile le retribuzioni contrattuali orarie registrano un incremento tendenziale dello 0,8% per i dipendenti del settore privato (0,7% nell’industria e 0,8% nei servizi privati) e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione.
I settori che ad aprile presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono: tessili, abbigliamento e lavorazione pelli (3,4%); energia elettrica e gas (1,9%). Si registrano variazioni nulle nei settori della metalmeccanica, delle telecomunicazioni e in tutti i comparti della pubblica amministrazione. Tra i contratti monitorati dall’indagine, nel mese di aprile nessun nuovo accordo è stato recepito, mentre sette sono quelli venuti a scadenza. Complessivamente i contratti in attesa di rinnovo sono 52 (di cui 15 appartenenti alla pubblica amministrazione) relativi a circa 8,3 milioni di dipendenti (di cui circa 2,9 milioni nel pubblico impiego). Alla fine di aprile la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo è del 64,1%nel totale dell’economia e del 53,6% nel settore privato. L’attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è in media di 37,9 mesi per l’insieme dei settori e di 17,1 mesi per quelli del settore privato.
Andamento settoriale Nel mese di aprile 2016 a fronte di un aumento tendenziale medio dello 0,6%, i settori che presentano gli incrementi maggiori sono: tessili, abbigliamento e lavorazione pelli (3,4%) e energia elettrica e gas (1,9%). Si registrano variazioni nulle nei settori della metalmeccanica, delle telecomunicazioni e in tutti i comparti della pubblica amministrazione.
Copertura contrattuale Alla fine del mese di aprile 2016 tra i contratti monitorati dall’indagine nessun nuovo accordo è stato recepito mentre sono sette quelli venuti a scadenza (estrazione minerali solidi; tessili, vestiario e maglieria; pelli e cuoio; calzature; legno e prodotti in legno; lapidei e giornalisti). Pertanto alla fine di aprile 2016 sono in vigore 23 contratti che regolano il trattamento economico di circa 4,6 milioni di dipendenti che rappresentano il 34,6% del monte retributivo complessivo. Nel settore privato l’incidenza è pari al 47,5%, con quote differenziate per attività economica: nel settore agricolo è del 93,2%, mentre è del 31,3% nell’industria e del 60,0% nei servizi privati . Complessivamente i contratti in attesa di rinnovo sono 52 (di cui 15 appartenenti alla pubblica amministrazione) relativi a circa 8,3 milioni di dipendenti (di cui circa 2,9 milioni nel pubblico impiego).

L’indagine sulle retribuzioni contrattuali permette di calcolare la quota dei contratti collettivi nazionali di lavoro che resterebbero in vigore nel semestre successivo nell’ipotesi di assenza di rinnovi. Per il totale dell’economia l’incidenza dei contratti collettivi in vigore rispetto a quella rilevata ad aprile 2016 (34,6%) diminuirebbe da luglio al 29,5%, attestandosi da settembre al 29,2%. Per il solo settore privato la quota di aprile, pari al 47,5%, si ridurrebbe alla fine del semestre al 40,1%

Proiezioni dell’indice L’indice delle retribuzioni contrattuali orarie per l’intera economia, proiettato per tutto l’anno sulla base delle disposizioni definite dai contratti in vigore alla fine di aprile, registrerebbe nel 2016 un incremento dello 0,7%. Con riferimento al semestre maggio-ottobre 2016, in assenza di rinnovi il tasso di crescita tendenziale dell’indice generale risulterebbe dello 0,6%.

Tensione contrattuale Nel mese di aprile la quota di dipendenti in attesa di rinnovo per l’insieme dell’economia è pari al 64,1%, in aumento rispetto al mese precedente (59,2%). I mesi di attesa per i lavoratori con il contratto scaduto sono in media 37,9, in diminuzione rispetto allo stesso mese del 2015 (49,1). L’attesa media calcolata sul totale dei dipendenti è di 24,3 mesi, in crescita rispetto a un anno prima (20,5).
Con riferimento al solo settore privato la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo è pari al 53,6%, in aumento rispetto al mese precedente (47,3%) e rispetto ad aprile 2015 (24,8%); i mesi di attesa per i dipendenti con il contratto scaduto sono 17,1, mentre l’attesa media è di 9,1 mesi considerando l’insieme dei dipendenti del settore.
L’andamento di tali indicatori, che consentono di monitorare la tensione contrattuale per l’intera economia, è presentato nelle successive figure, che riportano la quota di dipendenti con contratto scaduto e la durata (in mesi) della vacanza contrattuale, sia per coloro che attendono il rinnovo (indicatore specifico), sia per l’insieme dei dipendenti appartenenti al settore di attività economica di riferimento (indicatore generico).

 

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