Local Popular Museum, sabato 28 maggio inaugura il focus sulla fotografia

Tra tutte le arti quella oggi più popolare, accessibile e diffusa, è la fotografia. E’ in quest’ottica che LOCAL Popular Museum riprende a pieno ritmo la sua attività scegliendo di proporre un focus sull’arte fotografica con “Primario – Istantanee di paesaggi e cemento”, la mostra di Marco Scarpino che sarà inaugurata sabato prossimo, 28 Maggio 2016, nello spazio museale dei Giardini di San Leonardo.

<<Tutti noi siamo fotografi - spiega il direttore artistico di LOCAL, Stefano Morelli -, è la contemporaneità ad imporcelo. Produciamo e fagocitiamo migliaia, milioni di immagini. Anzi, siamo delle vere e proprie macchine fotografiche: scattiamo, modifichiamo, commentiamo, condividiamo, come in un flusso organico e irrinunciabile. La Fotografia però è difficile. Richiede un'estenuante sforzo emotivo e decisa capacità di sintesi. Lo scatto è questione di equilibrismi dietro la Macchina. Perché l'alchimia tra meccanica e istinto produca poesia, c'è bisogno di una mente dalla curiosità viva>>.
Gli scatti di Marco Scarpino – Marcellinara, classe 1992 – ci restituiscono <<il lirismo solitario di una Calabria umida, pesante, dispersa>> che viene immortalata nelle tredici gigantografie selezionate da Scarpino ed esposte sui pannelli metallici del primo Museo catanzarese a cielo aperto, nato da un’idea di Stefano Morelli e Marco Polimeni, promosso dall’Associazione “Facciamo Insieme” e posto sotto l’Alto Patronato di Vittorio Sgarbi.

Le foto, scattate tra i territori di Marcellinara e San Floro, invitano a riflettere sulla potenza di luoghi relegati nell'immaginario comune allo squallore, all'inutilità, all'incomunicabilità.  Luoghi che, per Scarpino, riescono in realtà a comunicare la vera anima della Calabria. Una terra che, grazie alla sua vegetazione, si riappropria di se stessa, una Calabria che sa germogliare per ripartire dal principio. La raccolta si presenta, quindi, non come una denuncia, ma bensì come una presa di coscienza della forza selvatica della terra di Calabria, terra che resiste e respinge i soprusi e le violenze dell'industrializzazione, trasformandoli nell'emblematica esigenza di ripartire dal principio. Questo è il senso del titolo, “Primario”.
<<La mostra di Marco Scarpino – afferma Marco Polimeni, referente istituzionale di LOCAL – propone uno spaccato del nostro territorio, uno sguardo su una Calabria insolita. L’arte della fotografia su abbiamo scelto di concentrarci ha, infatti, il potere di sviluppare degli interrogativi che possono essere anche di natura sociale. Così come per LOCAL, che ha l’obiettivo di riqualificare un’area urbana importante della città di Catanzaro, ci sono tanti altri luoghi che possono essere valorizzati e attenzionati. L’auspicio è che questi scatti offrano uno spunto di riflessione e, grazie all’accessibilità al mezzo fotografico offerto dalla contemporaneità, si riesca a proporre immagini della Calabria sempre migliori>>.
LOCAL prosegue così nell’obiettivo di costruire una piattaforma di forte impatto al servizio degli artisti catanzaresi, aprendoli al dialogo con il grande pubblico, ripensando l’estetica e il valore civico dei Giardini di San Leonardo. Un museo popolare che raccoglie e sviluppa le forme più originali e significative della creatività contemporanea locale.

NOSTALGIA D’INVERNO, A CURA DI STEFANO MORELLI
Nulla è più distorto dell'immagine della Calabria. Pensata come una terra di mare, in realtà è una roccaforte montagnosa. Immaginata d'estate, su spiagge assolate, la sua anima è l'inverno. La Calabria è umida, solitaria come le spiagge di Rimini a gennaio. La Calabria è piena di nebbia, come la Padania, piena di  lontananza e nostalgia: così ce la mostra Marco Scarpino, giovane sorprendente, classe 1992. Figlio lontano e fedele di Luigi Ghirri, di cui emula gli aspetti metafisici, in composizioni spesso spogliate di figure umane, ma mai prive dell'intervento dell'uomo sul paesaggio.
Scarpino è un'autodidatta e come tutti gli autodidatti è libero dall'ossessiva ricerca di originalità, ostentata, ricercata, banale. Scarpino studia, come ogni giovane dovrebbe fare, con devozione i suoi maestri, che poi sono i maestri del '900. Il suo interesse è per l'ambiente, per il paesaggio; i suoi ritratti sono di architetture, di campi, di periferie, di interni domestici o industriali, senza mai cercare di sovrapporre la propria personalità a quella del luogo o delle cose, ma assecondando l'intima spiritualità dei luoghi e palesandone la vera natura come un mago. Lo sguardo di Scarpino è anti retorico, anti pubblicitario; offre racconti di immagini silenziose, per atmosfere rarefatte, che vengono miracolosamente colte in un istante e catturate attraverso cacce lentissime e pazienti per luoghi relegati nell'immaginario comune allo squallore, all'inutilità, all'incomunicabilità. Ma lì, che sia in officina, in un campo, in un relitto industriale, lui trova la vera anima della Calabria: una terra eremitica, lontana e umida.

MARCO SCARPINO: BIOGRAFIA
Marco Scarpino si approccia alla fotografia come autodidatta, affidandosi a passione e istinto. Rivolge lo sguardo alla sua terra, la Calabria, cercando di coglierne l'essenza sotto ogni punto di vista.
Il biennio 2015-2016 è un periodo rigoglioso per i successi ottenuti in alcuni contest: il concorso fotografico indetto da RED NOTES Paliano Jazz Festival (FR); il concorso fotografico indetto dall'Associazione Parchi Nazionali e Regionali APGI (Federazione Italiana Parchi e Riserve naturali), in seguito al quale espone una sua foto a Manhattan presso il Palazzo delle Nazioni Unite.
È membro del Circolo Fotografico Lametino associato Fiaf. Di recente entra a far parte degli autori segnalati FIAF 2016 con il portfolio "Primario" e con opere singole.
L'autore continua a documentarsi sulla produzione fotografica dei padri fondatori della fotografia a colori e di tutto ciò che è venuto a seguire.

 

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