1

A tu per con il presidente di Ance Calabria Giovan Battista Perciaccante

Con l’imprenditore Giovan Battista Perciaccante, eletto alla presidenza regionale di Ance Calabria, l’Associazione dei Costruttori Edili aderenti a Confindustria, abbiamo analizzato il contesto economico regionale in vista di un’importante appuntamento per la Calabria: il voto del 26 gennaio.

Presidente quali sono gli strumenti per sostenere ed implementare gli interventi su tutta la filiera delle costruzioni?

Innanzitutto è utile premettere l’importante contributo che il settore delle costruzioni fornisce all’intero sistema economico regionale. L’incidenza dei suoi investimenti sul PIL è infatti pari al 12,6%  così come, sul versante occupazione, il settore rappresenta il 50,7% degli addetti nell’industria ed il 7,7% su quelli generali. Un contributo decisamente superiore a quanto si rileva sul piano nazionale dove queste percentuali quasi si dimezzano. E’ una premessa doverosa, perché si possa inquadrare di più e meglio quanto, nonostante la crisi che lo ha attraversato, le costruzioni e la sua filiera siano fondamentali per lo sviluppo dell’intera economia. Ciò detto, credo che si possano individuare tre macro aree prioritarie di intervento sulle quali è necessario concentrare attenzione, sforzi e risorse: l’ambito normativo e regolamentare, quello della programmazione pluriennale, ed infine le risorse e gli incentivi.

Ci spieghi meglio.

Credo, ad esempio, sia necessario accompagnare, sotto il profilo normativo oltre che regolamentare le profonde trasformazioni che la nostra società sta attraversando. Temi come il clima, la cura e la sicurezza del territorio, l’ecosostenibilità, il rispetto dell’ambiente, la rigenerazione urbana delle nostre città ed il consumo di suolo, sono aspetti che devono trovare, per quanto di competenza, ampio spazio nella legislazione regionale. Per questo motivo sarebbe importante procedere nella direzione di un adeguamento e semplificazione delle normative primarie di settore a livello regionale, dalla legge urbanistica a quella sull’edilizia sostenibile, dalla normativa sismica a quella sull’edilizia sociale. L’ obiettivo deve essere quello di sviluppare e sostenere nel concreto un’ idea di sviluppo davvero green di tutto il territorio regionale.

Fino ad esso le carenze sono aumentate. Quali le cause principali?

Da troppi anni la regione non realizza una pianificazione a medio lungo termine di interventi infrastrutturali preventivamente condivisa e concertata con i territori finalizzata a coglierne appieno le necessità oltre che le peculiarità locali di sviluppo. Questo, aggiunto alla già citata farraginosità normativa oltre che dei procedimenti amministrativi, rappresenta uno dei più significativi elementi di freno per lo sviluppo del settore. Una soluzione a questa carenza di strategia e di visione potrebbe venire dalla costruzione e redazione di un Piano pluriennale di infrastrutturazione regionale capace di pianificare nel tempo risorse, programmi e progetti coerenti con le caratteristiche e le funzioni delle aree urbane della regione.

Un piano incentrato non solo sulle grandi opere in grado di trasformare in maniera significativa accessibilità e mobilità nella regione, ma declinato anche su opere strategiche medio piccole, su interventi di carattere manutentivo (soprattutto del territorio) e sul completamento di eterne incompiute ancora così presenti sul territorio regionale. Un Piano così articolato consentirebbe di poter precostituire una solida e preventiva programmazione infrastrutturale sulla base della quale potersi concretamente confrontare, sul piano nazionale, con il Governo e con i principali soggetti economici di riferimento come, ad esempio, ANAS ed RFI.

Un piano che, peraltro, potrebbe avere la sua genesi nella rimodulazione dei tanti interventi previsti e mai partiti sul Patto per la Calabria o sul Fondo di sviluppo e coesione e la sua attuazione su una progettazione qualitativamente all’altezza di quanto si deve realizzare. Su questo ultimo punto l’istituzione di un Fondo regionale per la progettazione, così come avvenuto in Campania ed in altre regioni, sarebbe davvero straordinariamente importante per la nostra regione ed aiuterebbe i nostri Enti Locali, soprattutto quelli di minore dimensione, ad entrare in dinamiche più complessive di sviluppo strategico regionale.

Quanto sarà importante l’eventuale sostegno finanziario diretto e indiretto alle imprese di costruzioni?

Oggi le nostre imprese sono fuori dai circuiti di finanziamento regionali essendo state escluse, e non si capisce francamente il perché, dal Fondo Unico regionale di Ingegneria Finanziaria. Per questo motivo oltre che rivisitare e correggere quanto già esistente, la necessità è quella che si intervenga compiutamente su due segmenti specifici: quello già detto della progettazione – propedeutico alla realizzazione delle opere – con un Fondo finanziario rotativo e quello della garanzia per facilitare il rapporto con il sistema bancario.

Come sarà possibile facilitare questo rapporto?

Le difficoltà del rapporto con il sistema bancario ci sono segnalate dall’ultima nota di aggiornamento prodotta dalla Banca d’Italia sull’economia calabrese. La nota evidenzia infatti come la riduzione della disponibilità di credito verso le imprese del settore si sia ulteriormente ridotta, con un decremento del valore dei finanziamenti alle imprese di costruzioni di un ulteriore 6%. Non è più rinviabile, pertanto, l’istituzione di un Fondo di garanzia per le imprese di costruzioni all’interno del già esistente Fondo regionale di garanzia costituito dalla regione Calabria presso Mediocredito Centrale. Tale fondo – a ponderazione di rischio zero per le banche – risolverebbe il difficile rapporto delle imprese di costruzioni con il sistema bancario per il finanziamento degli investimenti in opere edili e soprattutto potrebbe essere finalizzato alla realizzazione di programmi costruttivi che hanno particolare rilevanza sociale nei territori dove sono previsti o progettati.

Ha, qualche, altro suggerimento da dare anche al futuro governatore della Calabria?

Sul piano generale sicuramente quello di avere la volontà ed il coraggio di fare scelte chiare, comprensibili ed attuabili in ogni settore della società calabrese, cercando di avere una visione di assieme dello sviluppo possibile condiviso e supportato da tutte le rappresentanze della società civile.

Sul piano politico e relativamente al settore che rappresento che si possa finalmente passare da una politica fatta di continui interventi emergenziali a quella dell’avvio di interventi di programmazione e manutenzione programmata capace di tradursi in azioni ordinarie di cura del territorio.

Provare insomma a costruire una regione normale nella quale cittadini e imprese riscoprano il gusto della fiducia e dell’avvenire.