“Una follia!”. Non usa mezzi termini il promotore del progetto culturale calabrese “Naturium”, Giovanni Sgrò. Ha nel mirino le “teorie” di Erik Fyrwald, Ceo del colosso agrochimico Syngenta, riportate in queste ore su tutti i principali organi di stampa.

“Secondo la multinazionale – scrive Sgrò – ci avviamo verso una crisi alimentare globale. E fin qui siamo tutti d’accordo. Ma quale sarebbe la “brillante” soluzione proposta da Syngenta? Fermare l’agricoltura biologica (!) per aumentare, così, le rese produttive dei terreni”. “Insomma – attacca Sgrò – se le persone muoiono di fame in Africa e perché in Europa stiamo mangiando sempre di più prodotti biologici, scegliendo, cioè, cibi sani e naturali?”. “Una follia e una assurdità – sottolinea il fondatore di Naturium – che dimostra volute omissioni sui temi, altrettanto gravi, dell’inquinamento e della desertificazione dei suoli”.

“Non lo diciamo solo noi – spiega Giovanni Sgrò – ma uno studio molto autorevole recentemente pubblicato negli Usa su “Agrosystems, Geosciences and Environment”: le pratiche di gestione agricola che limitano gli elementi di disturbo del suolo, riducendo gli input chimici, contribuiscono a migliorare la salute del suolo. E una migliore salute biologica porta ad aziende agricole più redditizie e sostenibili.

Al contrario, i terreni trattati con prodotti chimici, sfiancati dallo sfruttamento intensivo e dall’agricoltura industriale causano un impoverimento dei campi e del cibo che, quindi, non fornisce più a noi esseri umani i nutrienti di cui abbiamo bisogno”. “Respingiamo con forza, quindi – argomenta Sgrò – l’idea che un colosso della chimica possa dettare le regole del gioco, in agricoltura, a proprio uso e consumo, omettendo tutta una serie di dati e considerazioni scientifiche ineludibili”. In conclusione: “Il biologico è sinonimo di salute, fertilità e futuro! Con buona pace di chi non vede il collasso degli equilibri ambientali del pianeta”.

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