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Aumentano le preoccupazioni degli imprenditori agricoli

Aumentano le preoccupazioni degli imprenditori agricoli per le crescenti tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina. A Bruxelles, va presa in considerazione la possibilità di attivare la clausola di salvaguardia prevista dall’Organizzazione mondiale del commercio (WTO), per contrastare anomali afflussi di prodotti agro-alimentari sul mercato dell’Unione Europea”.

È quanto dichiarato dal presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, a proposito degli ulteriori dazi decisi dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, su una lista di prodotti “Made in China” per un valore di 34 miliardi di dollari dal 6 luglio prossimo. E ulteriori misure sono già allo studio per un ammontare di 16 miliardi di dollari.

La Cina ha immediatamente risposto, annunciando le contromisure necessarie, a partire dalla soia importata dagli Stati Uniti (14 miliardi di dollari nel 2017) per “salvaguardare i propri legittimi diritti e interessi

Confagricoltura evidenzia che l’Unione europea è il secondo importatore al mondo di soia dopo la Cina. Secondo gli ultimi dati della Commissione Ue, le importazioni annuali di semi ammontano a 14 milioni di tonnellate e quelle di farina a 18 milioni di tonnellate.

Per soddisfare il proprio fabbisogno, la Cina aumenterà gli acquisti di soia da Brasile e Argentina. Saranno così modificati i consolidati flussi commerciali e il possibile aumento dei prezzi peserebbe sulla competitività del settore zootecnico nella Ue”, ha sottolineato Giansanti.

“Il nostro auspicio, condiviso con i rappresentanti degli agricoltori americani, è che si continui a discutere, nonostante tutto, per bloccare una pericolosa escalation – ha osservato Massimiliano Giansanti.

La guerra commerciale Usa-Cina potrebbe determinare una forte distorsione sui normali flussi commerciali su scala mondiale. Ecco perché chiediamo a Bruxelles l’attivazione della clausola di salvaguardia

Confagricoltura sottolinea, infine, come i problemi non riguardino solo l’interscambio  tra gli Usa e la Cina. Anche Mario Draghi, ieri dopo il vertice della Bce, ha ricordato quanto pesino le tensioni commerciali sulla crescita dell’economia globale.