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Autonomie locali sempre meno autonome. L’appello dell’Anci Calabria

Una disciplina più chiara e che preveda meno vincoli. Maggiore possibilità di autonomia nelle scelte da intraprendere da parte delle amministrazioni. Riduzione degli adempimenti ai quali gli apparati dei Comuni vengono sottoposti. Possibilità di investire più velocemente e maggiormente per la ricostruzione di organici, attraverso processi basati sul merito e sulle giuste necessità in termini di competenze. È, questo, il percorso che potrebbe consentire di rispettare con maggiore efficienza il principio di sussidiarietà. Allo stesso tempo, questi strumenti consentirebbero al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR), che ringraziamo per la celerità con la quale svolge la propria azione, di essere chiamato meno frequentemente a dirimere e chiarire procedure troppo farraginose come, per esempio, quelle legate al nuovo codice degli appalti o alla normativa sul pubblico impiego.

È quanto ha ribadito il Presidente dell’ANCI CALABRIA Gianluca CALLIPO intervenendo  (venerdì 1 marzo) a CATANZARO alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario 2019 del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR). – Nel ringraziare il Presidente del TAR CALABRIA Vincenzo SALAMONE per aver dato spazio (per la prima volta) ai comuni in questa importante occasione, CALLIPO ha colto l’occasione sia per sottolineare il difficile momento storico vissuto dagli enti locali, ingessati da vincoli, limiti, procedure ed adempimenti nelle loro facoltà di azione; sia per evidenziare alle istituzioni sovra comunali la necessità di non indebolire ulteriormente l’anello della catena istituzionale rappresentato dai comuni.

Si sono inoltre evidenziate le necessità di interventi normativi, come quello legata alla revisione della disciplina in materia di scioglimento dei comuni per infiltrazioni mafiose.

Serve – ha detto – prevedere un intervento più forte sugli apparati burocratici ma anche prevedere il contraddittorio con la parte politica e che oggi è assente. Su questo ed altri aspetti legati alla modifica della norma sugli scioglimenti sta lavorando una apposita commissione di Anci Calabria, le cui proposte saranno presentate a breve per contribuire così al dibattito pubblico apertosi in merito.

L’apparato amministrativo – ha aggiunto – cronicamente sotto organico, è stato sottoposto ad un appesantimento burocratico, in un sistema di per sé già abbastanza complesso. Gli amministratori sono vincolati a fare scelte che vorrebbero guardare al futuro ma che devono tenere conto di vincoli legati solo al passato. I nostri apparati inoltre sono stati formati in alcuni casi da percorsi che non si sono basati su procedure concorsuali e dunque di merito.

In merito alle risorse finanziarie, i comuni ricevono le somme destinate alla perequazione tramite il Fondo di Solidarietà Comunale, il quale le assegna tenendo conto in parte della spesa storica (55%) ed in parte dei fabbisogni standard (45%). La parte assegnata sui fabbisogni standard – ha sottolineato CALLIPO – è pero ripartita finanziando il costo standard legato ai singoli servizi che sono stati offerti nell’anno precedente. Dunque i comuni che storicamente offrono meno servizi ricevono meno risorse.

Questo non rispetta il principio di perequazione, che la Costituzione assegna allo Stato, sia perché il Fondo non è finanziato dallo Stato ma solo dal livello dei comuni; sia perché non tiene conto dei livelli di servizi essenziali da garantire in ciascuna comunità per rendere i cittadini uguali in termini di possibilità di godere dei medesimi servizi essenziali. – Fare il Sindaco – ha proseguito il Presidente dell’ANCI CALABRIA – è certamente ruolo tra i più belli e importanti, ma oggi rischia di essere eccessivamente appesantito, con troppi oneri e pochi onori, con scarsissimi strumenti a propria disposizione per soddisfare le legittime richieste dei cittadini. Siamo – ha concluso CALLIPO – di fronte ad una somma di limiti che di fatto imbrigliano, ipotecano e riducano la autonomia delle classi politiche al governo dei territori e delle stesse autonomie, che restano locali ma sono sempre meno autonome.