Era il 20 settembre del 2019, dopo ripetuti appelli da parte della nostra organizzazione a tutti i livelli, che CIA – Agricoltori Italiani della Calabria scriveva all’allora Dirigente di Settore del Dipartimento Infrastrutture, Lavori pubblici, Mobilità, Settore Gestione Demanio Idrico – Area Centrale per segnalare le quotidiane segnalazioni dei propri agricoltori associati da tutta la Calabria, preoccupati della mancata pulizia dei fiumi, dei torrenti e dei canali di scolo.

Allora era quasi un anno di distanza dalla gravissima alluvione che ha colpito l’area di Lamezia e segnalavamo come l’alveo del fiume Turrina si presentasse ancora pieno di canne e altra vegetazione, detriti di ogni genere in corrispondenza di alcuni ponti, gli stessi che ostruirono il passaggio dell’acqua la notte tra il 4 e il 5 ottobre 2018, determinando lo straripamento del fiume con gravi allagamenti in molte aziende e abitazioni. Per noi di Cia, il Turrina rappresentava e rappresenta ancora solo un esempio, ma nella stessa situazione si trovano tanti corsi d’acqua, dislocati in tutta la Calabria e i danni che subiscono gli agricoltori e l’agricoltura sono sempre ingenti, ad essi lo stato di calamità non serve, è necessario spendere le risorse per prevenire.

Ed ecco che siamo alle solite, in tutta l’area ionica e in particolare in quelle di Catanzaro e di Crotone, dove sicuramente la quantità di acqua piovana arrivata in poche ore è stata tanta, e nel crotonese il torrente Fallao la settimana scorsa e il Neto e il Tacina questa notte, sono esondati procurando ingenti danni all’agricoltura e alle infrastrutture del luogo, ma i fiumi e i canali non erano stati puliti, se lo fossero stati i danni si sarebbero evitati o si sarebbero fortemente limitati. Purtroppo il cambiamento climatico determina sempre più frequentemente eventi di questo tipo e anche per questo motivo, siamo convinti che è necessaria un’azione di prevenzione basata su una costante manutenzione di tutto il territorio regionale, dei suoi fiumi, fiumare, torrenti, canali di scolo, ecc., non più rinviabile.

Gli agricoltori, dato lo stretto rapporto con la terra, ricordiamo, sono i primi custodi del territorio in cui operano, ma non possono essere gli unici. Fanno il loro lavoro con passione e rispetto per l’ambiente, ma la cura del territorio deve essere il frutto di un piano strutturato e sinergico in cui ciascuno deve fare quello che è di sua competenza nel rispetto del territorio, dei suoi operatori e dei suoi abitanti. Non possiamo permettere che l’incuria continui a fare danni e magari mietere altre vittime.

“Caro presidente Occhiuto e caro assessore Gallo, così li esorta il presidente di Cia-Agricoltori Italiani della Calabria Nicodemo Podella unitamente a tutto il Consiglio Direttivo, confidiamo in una vostra forte azione politica di attenzione e soprattutto di intervento sulle dinamiche che rendono il territorio così fragile e pericoloso, riconoscendovi forte azione politica su altre criticità che interessano il territorio. Serve con estrema urgenza un decisivo intervento di manutenzione straordinaria e di ristrutturazione del territorio, con interventi di rifacimento di tutta la rete fluviale e di colo presente in Calabria. Serve cioè, un intervento radicale che metta in sicurezza il territorio abbandonato a se stesso da oltre un trentennio.”

“La nostra Confederazione, prosegue Podella, è molto preoccupata e non può continuare a permettere che per colpa dell’incuria e dell’abbandono, vicende del genere continuino a ripetersi, senza muovere un passo. Registriamo che tante delle aziende colpite nel passato da questi eventi o non sono più ripartite perché non sono state in grado di fare fronte da sole ai lavori di ripristino, oppure sono state duramente colpite e pur mantenendosi attive hanno sottratto tempo, lavoro e risorse alla propria gestione aziendale e questo ha gravato ulteriormente sulle perdite dirette registrate.”

Da diverso tempo, nell’ambito del “Il Paese che Vogliamo”, come Cia, abbiamo lanciato, negli ultimi anni, l’idea di un progetto straordinario di manutenzione del territorio, che interessi tutta Italia e in particolare quelle aree del Paese più esposte ai fenomeni di erosione e dissesto idrogeologico di cui la Calabria è tra le prime file. Ci siamo anche spesi, nei confronti della politica nazionale e regionale perché si ritorni ad assegnare gli interventi di custodia e di manutenzione del territorio ad enti (ad esempio i consorzi di bonifica, una volta riformati) più prossimi, magari col concorso degli stessi agricoltori che potrebbero offrire servizi in convenzione, appunto, di manutenzione, da effettuare con i propri mezzi e proprie maestranze.

Per tutte queste ragioni, nel sollecitare interventi urgenti ed inderogabili, da parte vostra – basta anche con l’alibi di nascondersi dietro i “niet” degli ambientalisti – ci rendiamo disponibili a collaborare e a sedere attorno ad un tavolo tecnico per discutere e programmare gli interventi sul territorio nell’ottica soprattutto del fare prevenzione, per pulire gli alvei da sedimenti e dalla vegetazione che intralcia il defluire delle acque ingrossate dalla pioggia, sicuri come siamo, che i costi della prevenzione sono sempre inferiori a quelli da sostenere per la copertura dei danni, soprattutto quelli eseguiti per somma urgenza.

 

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