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Con Armone d’Arte l’antica città romana approda sulle rive del mare Jonio

Nuovi campi per il profilo artistico internazionale della Fondazione Armonie D’arte; il presidente Chiara Giordano, infatti, già da qualche tempo ha avviato un percorso di interesse per l’arte contemporanea. In tale solco si colloca quest’anno una residenza artistica nel parco archeologico Scolacium (Borgia, CZ), uno dei più importanti e suggestivi siti del sud Italia. E lo fa nella convinzione che passi anche e soprattutto dai nuovi linguaggi delle arti, capaci di approcciare siti millenari in modo originale e innovativo, la valorizzazione dei luoghi più belli che la storia ci ha consegnato.

E proprio l’antica città romana sulle rive del mare Jonio, che prima fu anche greca e pre-ellenica, ospiterà dal 27 Agosto al 9 Settembre 13 artisti provenienti da varie parti del mondo per una residenza che combina arte contemporanea e archeologia: Inruins il nome del progetto, che nasce  dall’idea delle artiste Maria Luigia Gioffrè, Elisa Costantini e della curatrice Azzurra Pitruzzella, già formatesi presso la Central Saint Martins di Londra.

E dunque ecco il team curatoriale a Scolacium, a seguire in dettaglio la residenza d’artisti composta da Renata De Bonis, Simona Brinkmann, Sarah Derat e Rachel McRae (Digital&Dead), Harley Price, Giovanna Petrocchi, Donald Chow, Sarah Roberts, Alice Guittard e Lidia Bianchi per dare vita e corpo ad un progetto internazionale di residenza artistica, che pone al centro della propria ricerca una riflessione sull’archeologia e il suo significato contemporaneo in relazione alla tecnologia digitale.

“La residenza – spiega la curatrice – tramite workshop, tour e una mostra all’interno del sito, apre nuovi spazi di interazione tra rovine archeologiche e pratiche artistiche contemporanee. Gli artisti, durante le due settimane di residenza, avranno a disposizione tutti i luoghi del parco archeologico e degli spazi adibiti a studi dove saranno impegnati nella ricerca e produzione di opere d’arte digitale che poi saranno esibite all’interno del parco. I workshop, diretti da Juan Covelli, Neale Willis e Nicola Lorini, tre artisti con differenti approcci al digitale, stimoleranno la ricerca degli artisti in residenza sia dal punto di vista teorico che pratico, presentando loro tecniche di scannerizzazione 3d, collezione di dati e lavori collettivi. Dietro Inruins – continua Azzurra Pitruzzella – c’è l’idea che i siti archeologici potrebbero avere nuova vita. Materialità e Integrità sono sempre stati parte centrale del dibattito sull’archeologia e la sua fruibilità. In un mondo in cui il digitale ha reso frammentaria, fluida e non-gerarchica la comunicazione, in che modo le rovine archeologiche considerate “sacre” e “intoccabili” esistono e comunicano nel presente?”.

Queste sono solo alcune delle questioni che gli artisti approcceranno durante il periodo di ricerca in residenza che mostrerà il parco archeologico Scolacium sotto una rinnovata luce particolare tutta da scoprire e apprezzare.