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Coordinamento regionale Fratelli d’Italia su presidenze Commissioni Consiglio regionale

Non ci sono motivi extra-politici, come fanno intendere alcune ricostruzioni giornalistiche, per i quali Fratelli d’Italia non ha accettato di assumere la presidenza della Commissione anti’ndrangheta del Consiglio regionale.

E’ bene ricordare che gli accordi assunti con la presidente Santelli e con le forze di maggioranza, sia a livello nazionale che a livello regionale, dopo l’ufficializzazione della giunta, prevedevano fin dall’inizio l’assegnazione di due presidenze di commissioni permanenti, sia per dare il giusto rilievo politico e una reale assunzione di responsabilità amministrativa ad un partito che esprime ben consiglieri regionali e ha una sola rappresentanza nell’esecutivo, sia per dare adeguata rappresentanza al territorio della provincia reggina».

E’ quanto afferma il coordinamento regionale di Fratelli d’Italia, che prosegue: «Già nel mese di marzo la richiesta di guidare due commissioni permanenti era stata formulata alla presidente Santelli e agli alleati, anche a seguito della posizione assunta in tal senso dai consiglieri eletti nella provincia di Reggio Calabria nel corso delle riunioni del coordinamento regionale con il gruppo consiliare. E’ opportuno ricordare che la commissione anti’ndrangheta, oltre al valore simbolico delle iniziative culturali e legislative di cui può farsi promotrice, offre ben poche opportunità di intervento concreto in materia di contrasto di alla criminalità organizzata, a differenza della Commissione parlamentare antimafia che ha anche poteri di inchiesta e in cui il partito calabrese conta sull’impegno autorevole ed efficace dell’on. Wanda Ferro. Non ci sono stati dietro-front né si sono resi necessari interventi della presidente Meloni: il coordinamento regionale di Fratelli d’Italia ha rivendicato fin dal primo momento, nella massima chiarezza e trasparenza, il rispetto degli accordi assunti ormai tre mesi fa in linea con le indicazioni dei vertici nazionali del partito».