La vertenza dei lavoratori Lsu/Lpu è un’altra di quelle situazioni che la politica non ha mai voluto sanare preferendo mantenere migliaia di donne e uomini in uno stato di perenne ricatto lavorativo, un bacino di voti cui puntare attraverso proclami, proroghe, piccole concessioni. Dopo 22 anni pareva giunta la soluzione definitiva, con la stabilizzazione, ma non solo non c’è stata l’adesione da parte di molti enti ma anche quei lavoratori che hanno visto aprirsi finalmente le porte dell’indeterminato hanno perso un terzo del salario spettante. Una vera e propria ingiustizia ai danni di persone che per due decenni hanno sopperito con il loro lavoro alle carenze d’organico degli enti locali e che adesso rivendicano a giusto titolo un salario degno.
E’ necessario sin da subito aprire una concertazione con il Governo nazionale per mettere mano a provvedimenti che permettano di porre fine una volta per tutte al precariato legalizzato nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori di questi bacini, visto che i termini dettati dalla legge di bilancio 2021 stanno per scadere e che c’è urgente bisogno di nuove deroghe normative che permettano agli enti di impegnare risorse di bilancio per aumentare la spesa del personale e prevedano la possibilità di stabilizzare anche per quegli enti in dissesto o in riequilibrio finanziario.
Il movimento demA Calabria e il candidato alla Presidenza della Regione Luigi de Magistris seguono da tempo la vicenda, grazie ad un’interlocuzione costante con i lavoratori, le sigle sindacali e gli amministratori che si trovano a gestire sui territori le vertenze, e la posizione netta ed inequivocabile è quella di una lotta senza quartiere al precariato per la dignità del lavoro. Nei primi giorni di legislatura dopo le elezioni regionali del prossimo autunno la questione sarà portata all’attenzione del Governo affinché si possa trovare una soluzione rapida, efficace, definitiva ad un sistema di sfruttamento e di privazione di diritti che orma va avanti da troppo tempo.
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