La pandemia non ferma l’assalto alle coste e ai mari italiani, ancora una volta preda di chi pretende di accaparrarsene “un pezzo” a proprio uso e consumo, incurante delle leggi, della tutela di ambiente e biodiversità e di un patrimonio comune che deve essere adeguatamente difeso nella sua integrità e bellezza.

In cima alla classifica nazionale del mare illegale 2020, troviamo infatti il ciclo del cemento. Migliori notizie sul fronte degli illeciti legati al ciclo dei rifiuti e all’inquinamento marino, diminuiti dell’11,6% per l’impatto del lungo periodo di lockdown sulle attività economiche, anche se i quasi 7 mila reati accertati nel settore, più di 19 al giorno, pesano sul totale nazionale per il 31%. Balzo in avanti per la pesca di frodo (il 23,3% dei reati accertati) che ha cercato di “approfittare” della pandemia, come dimostra il numero impressionante di sequestri effettuati: 3.414 contro i 547 del 2019, dagli attrezzi usati illegalmente in mare alle tonnellate di prodotti ittici requisiti. Cresce, in generale, il numero di persone arrestate e denunciate per aggressioni alle coste e ai mari italiani, 24.797 (+24% rispetto al 2019), e quello dei sequestri che hanno toccato quota 8.044 (+9,9%) per un valore di 826 milioni di euro. Questo, in sintesi, il quadro che emerge dall’edizione 2021 del dossier “Mare Monstrum”, elaborato da Legambiente su dati di forze dell’ordine e Capitanerie di porto. Tra le regioni dove si concentra il maggior numero di reati, al primo posto troviamo la Campania (con 4.206 illeciti, il 18,9% di quelli registrati a livello nazionale), seguita da Sicilia, Puglia, Lazio e Calabria.

Il segno meno davanti alla percentuale dei reati accertati nel 2020 non incide, tuttavia, in modo significativo sul trend negativo delle illegalità perpetrate ai danni di mare e coste, sottolinea Legambiente: dal 1999 al 2020, infatti, si sono registrati 378.068 illeciti, di cui 206.532 nelle sole quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa, Campania, Puglia, Sicilia e Calabria, dove si è concentrato il 54,6% del totale nazionale. Un’incidenza che lo scorso anno è cresciuta, arrivando al 55,3% dei reati. Un capitolo spinoso, anche per il 2020, è rappresentato dalle storie d’ordinario abusivismo edilizio, come evidenzia un altro dato inedito elaborato da Legambiente: quello sulle ordinanze di demolizione degli immobili abusivi eseguite che raggiungono appena il 24,3% nei Comuni costieri. Uno stallo che perdura ormai da troppi decenni, di fronte al quale l’associazione chiede a gran voce che della demolizione dell’abusivismo storico si occupi direttamente lo Stato, nella figura dei prefetti.

Forti segnali d’allarme arrivano poi dalle inchieste raccontate nel capitolo di “Mare Monstrum” dedicato ai casi d’inquinamento legati a depuratori inesistenti o mal funzionanti, scarichi fognari abusivi, sversamenti illegali di liquami e rifiuti e soprattutto dal lavoro di ricerca, svolto anche quest’anno, sullo sfruttamento selvaggio delle risorse ittiche del Mediterraneo. Problemi annosi che, secondo Legambiente, richiedono finanziamenti adeguati per mettere in regola sistemi fognari e di depurazione, l’introduzione di nuove norme e sanzioni per il contrasto alla pesca illegale, il recepimento della normativa europea sulla gestione delle aree portuali e dei rifiuti prodotti dalle navi, una regolamentazione stringente per lo scarico dei rifiuti liquidi.

A bordo di Goletta Verde salperanno temi chiave della campagna come lotta alle fonti fossili, depurazione dei reflui, aree marine protette, bonifiche dei territori inquinati, e ancora, erosione costiera e dissesto idrogeologico, beach e marine litter, porti, eolico off-shore.

FOCUS CALABRIA

Nella classifica del mare illegale, sulle attività illecite, la Calabria si colloca al quinto posto con 1.934 reati; 2.030 persone denunciate e arrestate; 911 sequestri effettuati. Rispetto ai chilometri di costa, la Calabria si posiziona all’undicesimo posto con 1.934 reati su 715,7 Km di costa (2,7 reati per km). Nella classifica dell’illegalità nel ciclo del cemento nelle regioni costiere, la Calabria è al quarto posto con 1.082 infrazioni accertate, 1003 persone denunciate e arrestate e 353 sequestri effettuati.

La Calabria si colloca al quarto posto anche nella classifica del mare inquinato con 458 infrazioni accertate, 635 persone denunciate e arrestate e 275 sequestri effettuati. Posizione numero quattro anche nella pesca illegale con 374 infrazioni accertate, 373 persone denunciate e arrestate e 280 sequestri effettuati. Ammontano a 40446 kg i prodotti ittici sequestrati su 715,7 km di costa.

«Il dossier Mare monstrum – spiega la presidente di Legambiente Calabria, Anna Parretta – rivela che la nostra regione è sempre stabilmente ancorata nelle posizioni più alte delle classifiche dell’illegalità. L’attività della Magistratura e delle Forze dell’Ordine, anche grazie alla legge n.68/2015 sugli ecoreati, sta lentamente modificando lo stato delle cose. Tuttavia, particolarmente gravi continuano ad essere i dati relativi all’abusivismo edilizio, alla mala depurazione ed alla pesca illegale che interessano le bellissime coste ed i mari calabresi. E’ necessaria da parte delle Amministrazioni preposte un’opera di prevenzione e controllo a tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini. Ed è inoltre incomprensibile, in uno Stato di diritto, che omissioni ed abusi non vengano colpiti e sanzionati con celerità, nel rispetto della normativa vigente, ripristinando, oltre ai luoghi, anche quel clima di legalità e rispetto delle regole, così importanti per il vivere civile e per il benessere della collettività».

LE TAPPE IN CALABRIA DI GOLETTA VERDE E DEI LAGHI

La storica campagna di Goletta Verde inizierà il suo viaggio dalla Liguria ed arriverà in Calabria il 23 luglio a Crotone dove resterà sino al 25. Goletta dei Laghi, invece, partirà da Avigliana, in Piemonte, ed arriverà in Calabria sui Laghi Silani, Arvo e Cecita (31 luglio ed 1 agosto).

Insieme alle due campagne torna inoltre il servizio SOS Goletta di Legambiente, in difesa di mari, laghi e fiumi: chiunque noti scarichi anomali, chiazze sospette o inquinamento lungo le coste e le spiagge del proprio territorio, può segnalare all’associazione compilando l’apposito form sulla pagina dedicata.

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