Sono dieci le proposte avanzate da Cia-Agricoltori Italiani per salvare l’agricoltura e riportarla al centro delle decisioni politiche, perché se crolla il primo anello della filiera del cibo, crolla tutto il Made in Italy; figuriamoci se crolla il settore agricolo in Calabria, ampiamente il settore trainante di tutta l’economia della regione, aggiunge il Presidente Nicodemo Podella, crolla l’intera economia della Calabria.

Per questo, aggiunge Podella, come Cia-Agricoltori Italiani abbiamo presentato un nostro documento programmatico per i partiti politici da sottoporre a tutti i candidati di tutti gli schieramenti in campo.
Un decalogo diviso in tre capitoli: emergenze, Pnrr, orizzonte Europa. Più una sezione dedicata alle aree interne che molto ha attinenza con la situazione calabrese, essendo queste aree nettamente prevalenti rispetto alle aree di pianura.

“Il tempo è scaduto, come ha spiegato il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini – rimarca il presidente Podella – anche per la Calabria. Le imprese agricole sono allo stremo, strette tra gli aumenti record di materie prime ed energia, dal +170% dei fertilizzanti al +130% del gasolio, gli effetti della lunga siccità che ha tagliato le produzioni per oltre 3 miliardi, l’inflazione galoppante, ora anche l’aumento dei tassi di interesse. In queste condizioni, le imprese hanno assolutamente bisogno di stabilità e di un governo operativo che attui urgentemente nuove misure di sostegno al comparto”. Ribadisce il presidente Podella che l’agricoltura è il settore più esposto alle crisi, da quelle climatiche a quelle di mercato, eppure se ne sente parlare troppo poco.

Ancora di più ci fa indignare il fatto che sembra scontato sia necessario aumentare i prezzi dei prodotti a causa dei rincari per qualsiasi tipo di attività, invece, l’agricoltura, stranamente, deve cercare di mantenere i prezzi ai livelli degli scorsi anni, anche se i prezzi sugli scaffali aumentano vertiginosamente – si veda il prezzo del latte, chiosa il presidente Podella. Senza interventi ulteriori, però, lo abbiamo anticipato, “le imprese saranno costrette a farlo, per non chiudere, con conseguenze immediate sulla spesa alimentare dei consumatori”. Ecco perché, rimarca il presidente di Cia Calabria, “ai candidati, anche a quelli calabresi, chiediamo di mettere mano a un piano agricolo di rilancio per salvare famiglie, aziende e Made in Italy”.
Prendendo esempio da quello predisposto dall’organizzazione nazionale per le forze politiche in campo, presentiamo ai candidati calabresi il seguente decalogo:
EMERGENZA ENERGETICA:
1. Credito d’imposta per l’acquisto di gasolio agricolo, incluso riscaldamento delle colture in serra, per il 2022-2023. Incentivi fiscali per sostenere l’acquisto di altri fattori produttivi (mangimi, fertilizzanti, sementi e piantine);
2. Autorizzare in sede Ue le imprese agricole a immettere in rete energia elettrica prodotta con il fotovoltaico oltre i propri livelli annui di autoconsumo.

EMERGENZA IDRICA:
3. Esonero dei contributi previdenziali e credito agevolato per imprese agricole dei territori in stato di emergenza per la siccità;
4. Ristrutturazione immediata della rete di canali e della rete idro-potabile. Progetto infrastrutturale di piccoli invasi/laghetti attuabile con tempistiche certe e procedure semplificate.
EMERGENZA CINGHIALI:
5. Commissario straordinario per la gestione della fauna selvatica presso Palazzo Chigi con pieni poteri e coordinamento di una cabina di regia con le Regioni per riformare la legge 157/1992;
6. Superamento del regime de minimis nell’ambito del sistema di indennizzi alle imprese agricole.
EMERGENZA MANODOPERA:
7. Semplificazione e maggiore flessibilità degli strumenti per il reperimento della manodopera agricola, anche attraverso l’innovazione digitale.
PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA:
8. Portare a compimento le riforme per poter ricevere nei tempi stabiliti le risorse negoziate. Facilitare le procedure per l’attuazione del Piano.
ORIZZONTE EUROPA:
9. Contrastare i sistemi di etichettatura come il Nutriscore, che penalizzano il Made in Italy. Tutelare le eccellenze agricole italiane di fronte a ingiustificati rischi per la salute umana e al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità;
10. Promuovere una politica commerciale Ue che valorizzi l’agricoltura e garantisca il rispetto della reciprocità delle regole. Impegno sui dossier strategici, dalla revisione del sistema Dop-Igp alla visione di lungo termine per le aree rurali; dalla Strategia Farm to Fork a quella della Biodiversità.

Accanto a queste dieci proposte, Cia insiste sul proprio cavallo di battaglia: lo sviluppo delle aree interne, che coprono complessivamente il 60% dell’intera superficie nazionale e sono legate a doppio filo con l’agricoltura italiana; in Calabria su 1.915.000 abitanti, l’agenzia per la coesione nazionale ha stimato che 1.011.000 risiedono nelle aree interne (326 comuni su 404 complessivi). Una valorizzazione che a tutti i livelli passa per la transizione digitale e la meccanizzazione agricola; incentivi a reti e distretti a vocazione territoriale; potenziamento del turismo rurale; sostegno a forme di agricoltura sociale; crescita di filiere agroenergetiche locali (comunità energetiche rurali).

Specificatamente per la Calabria, aggiunge il presidente Podella, è necessario che la politica acceleri la riforma, democratizzazione ed efficientamento dei consorzi di bonifica, quali importanti Enti di gestione del territorio e che utilizzano anche risorse nazionali. Allo stesso tempo, serve anche una riorganizzazione dei servizi alla persona, con più numerose e più efficienti infrastrutture stradali, ferroviarie, portuali, sanitarie e scolastiche, incentivando la medicina di prossimità e la telemedicina, in modo da evitare, conclude il presidente Podella, il progressivo spopolamento e abbandono di aree fondamentali per il Paese e strategiche per la Calabria.

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