La notizia della riapertura della  manifestazione d’interesse per la nomina del presidente della port  authority di Gioia Tauro desta stupore e preoccupazione. Sembra che  tutto remi contro il ripristino di una gestione amministrativa stabile e  ordinaria della più importante infrastruttura del Mezzogiorno che invece  è di assoluta urgenza. E noi industriali calabresi esprimiamo il timore  che interessi esterni, opposti allo sviluppo di Gioia Tauro, continuino  a frenare il processo di ripartenza del porto”.
È quanto dichiara il  presidente di Unindustria Calabria Aldo Ferrara che prosegue: “Il lavoro  del nuovo terminalista Til-Msc, che fa capo al gruppo Aponte, sta  conducendo a risultati eccezionali e superiori a ogni più rosea  aspettativa. Il porto calabrese, che recentemente si è guadagnato la  leadership italiana nell’ambito della connettività internazionale, sta  crescendo ormai da un anno a questa parte con un ritmo altissimo”.
Da parte sua, il presidente della Territoriale di Reggio Calabria,  Domenico Vecchio, incalza: “Dinanzi a questa straordinaria ripresa  produttiva, il ritardo del Ministero dei Trasporti nella nomina del  presidente dell’autorità di sistema portuale, che si trascina ormai da
anni, è una cacofonia istituzionale che non vorremmo celasse un  disinteresse o, quanto meno, una considerazione non prioritaria dell’importanza di Gioia Tauro per l’economia italiana. Perché Gioia  Tauro non è solo una questione calabrese. Se riparte la Calabria
ripartono il Mezzogiorno e l’Italia”.
La nota di Unindustria Calabria conclude: “Mentre la Zes, battaglia che  Confindustria per prima avviò una decina di anni fa, stenta a partire  concretamente, la classe politica del territorio, nella sua interezza,  non riesce a far sentire la propria voce. Aspettiamo di conoscere i  progetti di reshoring per il rilancio produttivo e occupazionale e per
la più complessiva attrazione di investimenti nell’area retroportuale”.
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