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Guida pratica Ance: proposte e azioni per far ripartire il Paese

L‘Ance, attraverso la “Guida pratica Ance: proposte e azioni per far
ripartire il Paese”   ha voluto predisporre uno strumento semplice e di
immediato utilizzo, per contribuire ad affrontare alcuni nodi fondamentali per lo sviluppo e il bene sociale.

Nel primo numero di questa nuova collana viene affrontato il tema delle crisi
d’impresa, un fenomeno che sta dilagando sempre di più nel settore delle costruzioni, e
sta creando ingenti danni alla collettività: i lavori vengono sospesi, i cantieri si fermano, le
imprese muoiono e i lavoratori vanno a casa.

Le proposte dell’ANCE – guidata in Calabria da  Francesco Berna – illustrate nella Guida hanno quindi l’obiettivo di tracciare una possibile via d’uscita.

Vediamo quali sono i punti salienti della guida relativamente alla parte delle proposte contenute nella guida in questione: 

È necessario eliminare la possibilità di far partecipare alle gare imprese fallite o in concordato in continuità -con l’eccezione dell’ipotesi in cui sia stato presentato, ai fini dell’ammissione alla continuità, un piano di rientro che preveda la soddisfazione di ciascun credito chirografario nella misura minima del 50%, nonché l’ottemperanza al divieto di
cessione del ramo d’azienda relativo a contratto d’appalto- o anche in amministrazione straordinaria, la cui presenza altera una sana concorrenza nel mercato.

Nei raggruppamenti orizzontali, occorre prevedere che le singole imprese rispondano, ciascuna, per gli eventuali inadempimenti nei contratti stipulati con i terzi.
La responsabilità solidale deve rimanere verso la stazione appaltante, nonché nell’ipotesi di inadempienza nei confronti dei lavoratori che, a qualsiasi titolo, siano intervenuti, in cantiere.

In applicazione della direttiva UE sui ritardi di pagamento (Dir. UE 2011/7/11)
va ribadito che i pagamenti non possono superare i 30 giorni complessivi, decorrenti dalla maturazione del diritto dell’appaltatore.

Va sancita l’obbligatoria previsione di clausole di revisione dei prezzi nell’ambito dei contratti stipulati post Codice 50. Inoltre, occorre assicurare che le rilevazioni effettuate dagli organi a ciò deputati (Provveditorati, Istat e Unioncamere) siano effettivamente aderenti alle oscilla zioni di prezzo riscontrate sul mercato, al fine di scongiurare il rischio che le imprese subiscano aggravi economici nella realiz zazione delle opere.

Altre proposte: 

Eliminare la norma che limita la possibi lità di iscrivere riserve su aspetti proget tuali validati, non potendo l’appaltatore scontare gli effetti di eventuali errori progettuali della stazione appaltante. Rafforzare le sezioni specializzate in materia di impresa – cd Tribunale delle Imprese (introdotte dal D.Lgs. 27 giugno 2003, n. 168) – con la previsione di una o
più sezioni specifiche che si occupino esclusivamente di tutte le controversie, di qualunque importo (oggi trattano solo quelle sopra soglia) aventi ad oggetto contratti pubblici di appalto di lavori, servizi o forniture. Potenziare gli strumenti di tutela alterna tivi al contenzioso giudiziario, attraverso la valorizzazione dell’istituto dell’accordo
bonario e la reintroduzione dell’istituto del Collegio consultivo tecnico.
Valorizzare l’istituto dell’arbitrato, gestito dall’ANAC.