Intelligence, Massimo Franchi al Master dell’Università della Calabria

Le minacce ed i conflitti attuali possono essere suddivisi in tre differenti categorie: convenzionali, non convenzionali e ibride (tutto accade senza limiti)”. In questo modo Massimo Franchi, consigliere strategico, autore, iscritto all’albo docenti della Scuola Nazionale dell’Amministrazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Subject Matter Expert per organizzazioni militari, già docente di Cybersecurity nel corso “Formatori e Gestori delle Risorse Umane nel Sistema di Sicurezza, Protezione e Difesa Civile” dell’Università LIUC, ha iniziato, in video conferenza, la sua lezione al Master in Intelligence dell’Università della Calabria, diretto da Mario Caligiuri.
Franchi ha analizzato l’economia del XXI secolo tra intelligence e geopolitica, sostenendo che è importante, nel nostro Paese, definire la globalizzazione in quanto centrale nel rendere complesso lo scenario.
“Bisogna affrontare – ha proseguito il docente – sfide di diversa natura: geopolitiche, in particolare per quanto riguarda l’Italia è doveroso ricordare che è all’interno del Mediterraneo e subisce l’influenza sia dei Paesi dell’U.E. che di quelli extra U.E.; di tipo economico e, infine, dal punto di vista di una Guerra Culturale. L’intelligence, in questo scenario diventa uno strumento di governance che deve essere utilizzato sia dal pubblico che dal privato”.
Il docente ha ricordato alcuni casi di spionaggio economico e industriale, come l’operazione Rubicon, portata avanti, dal 1970, dalla CIA insieme ai servizi Tedeschi, ai danni dei Paesi Europei e non solo, utilizzando una società svizzera, la CryptoAG; l’altro esempio è quello di Echelon che è stato mantenuto in vita dopo la caduta del muro di Berlino e successivamente utilizzato per attività di spionaggio industriale nei confronti delle imprese di paesi alleati.
Franchi ha poi parlato di Robert David Steele, informatico statunitense conosciuto per la promozione dell’Open Source Intelligence (O.S.INT.), che ha evidenziato il ruolo fondamentale del Cyber, sempre più centrale dopo il 1989. A tal proposito il docente ha ricordato che la “NATO ha definito la Cyber come il quinto dominio di guerra che si aggiunge a quello della terra, dell’aria, dell’acqua e dello spazio”.
“Il COVID-19 – ha proseguito Franchi – comporterà un’elevata competizione aziendale all’interno dell’U.E. tale da non poter più parlare di solidarietà tra Stati alleati. I rischi del 2020, a livello Europeo sono il rallentamento dell’economia e la disoccupazione; invece, a livello Internazionale, ci sarà un forte impatto sui commerci che porterà a procedere nuovamente con accordi bilaterali tesi anche a contrastare la Cina. Tale scenario porterà a nuovi rischi legati alla geopolitica ed agli equilibri mondiali”. Il Coronavirus è un grande shock economico che ha causato il crollo delle borse a livello mondiale, soprattutto dal momento in cui è stato ritenuto pandemia mondiale.
Il docente si è soffermato sul valore del P.I.L. Italiano. Nel 2018, il P.I.L. si aggirava intorno ai €. 2.000 miliardi, ma, nel 2019, si è ridotto a c.a. €. 1.800 miliardi, riduzione che avrà conseguenze sulla qualità e sul benessere complessivo del Paese. L’attuale debito è di €. 2.443 miliardi (pari al 134% del P.I.L.), mentre i costi da corrispondere per sostenerlo oscillano tra i 60 e 70 miliardi all’anno. Nel 2019, la bilancia dei pagamenti italiana presentava un saldo attivo pari allo 0,59% del P.I.L. stimato in c.a. € 38 miliardi, ma la crisi dovuta al COVID-19 potrebbe peggiorare la situazione. Inoltre, Franchi ha affermato che l’attuale tasso di disoccupazione è del 10% c.a., ma, con questa crisi potrà arrivare anche al 20%.
Franchi ha, poi, ricordato che le imprese presenti in Europa sono circa 25 milioni di cui il 93% sono piccole e medie imprese. In Italia, sono meno di 4 milioni, ma il 99,9% sono micro e piccole imprese; inoltre, le grandi imprese in Italia sono circa 3.300, contro le 12.000 della Germania. In Francia, invece, Macron ha l’obiettivo dichiarato di fare diventare il Paese la seconda potenza manifatturiera d’Europa, strappando la posizione all’Italia.
Ha, anche, precisato che l’agricoltura andrebbe inserita nell’ambito della Sicurezza Nazionale perché importante nell’ambito dell’approvvigionamento e le imprese, in questa situazione, sono in prima linea nella competizione tra gli Stati.
Franchi, ha parlato poi della “Preda Italia” attraverso tre aree di interesse: il turismo, l’industria, in particolare quella delle 4F (Food, Fashion, Forniture e Ferrari, indicando, con questo termine, la meccanica di precisione), e, infine, l’industria culturale.
Franchi ha parlato dell’importanza dell’energia e del fatto che l’Italia potrebbe diventare un “Hub energetico”, cosa però difficile da realizzare per via della concorrenza di Spagna, Egitto e Turchia. Bisogna tener conto anche di alcuni aspetti strategici, come: i gasdotti East Med, TurkStream, EastMe-Poseidon; i giacimenti di gas naturale Zohr; quelli petroliferi dello Stretto di Hormuz; il giacimento di gas naturale di North Dome/South Pars tra Iran e Qatar.
Franchi ha ricordato quali sono gli agenti di innesco delle crisi come, ad esempio, il petrolio, il possesso delle informazioni ed il rapporto tra Import ed Export che diventa fondamentale: la Germania ha una capacità di esportazione superiore a quella della Cina e degli U.S.A.. Nelle esportazioni un peso importante lo hanno il petrolio e l’automotive: proprio su questi prodotti si dovrà porre grande attenzione in futuro. In particolare, il docente ha precisato che i maggiori produttori di petrolio sono l’Arabia Saudita, gli U.S.A., la Russia e il Venezuela. Il costo del petrolio incide in maniera rilevante sull’economia di determinati Paesi. In Italia, invece, le scarse risorse energetiche favoriscono la dipendenza dai Paesi fornitori di gas.
Franchi si è poi soffermato su tre case study, di cui quello più particolare è il caso della Saudi Aramco (compagnia nazionale saudita di idrocarburi) che è da poco stata quotata in borsa. Il secondo caso è relativo alla Fincantieri-Stx France di Saint-Nazaire (fondata in Francia nel 1933), che è uno dei cantieri navali più grandi d’Europa,attualmente gestito in modalità quasi paritetica Francia-Italia. L’ultimo caso è quello relativo alla Cambridge Analytica, nata nel 2013, che è stata fondamentale per l’utilizzo dei dati nell’orientare le campagne elettorali.
Altro argomento toccato da Franchi, durante il suo interessante intervento, è stato quello degli investimenti esteri e dei fondi sovrani. Bisogna fare attenzione perché i fondi sovrani potrebbero falsare il mercato. Tra i più importanti ci sono quelli Arabi, Cinesi e anche europei, come quello Norvegese. Le risorse di tali fondi provengono principalmente dalla ricchezza prodotta dalle materie prime, generata dal surplus tra import ed export. Essi sono nati negli ultimi decenni del secolo scorso, principalmente nei Paesi Arabi, ma si sono sviluppati un po’ ovunque ed hanno in gestione 7.000 miliardi di dollari.
Il docente ha concluso la lezione parlando delle monete e della finanza virtuale ove il ruolo degli Stati è fortemente depotenziato. I “bitcoin” e le altre valute digitali non sono regolamentatie sono basati sulla tecnologia blockchain. In Europa, uno dei primi paesi che ha acconsentito il pagamento anche alla pubblica amministrazione, per importi ridotti utilizzando monete virtuali, è la Svizzera.