Il momento tanto scongiurato è arrivato: la Calabria è in zona rossa. Siamo arrivati al lockdown, quasi totale, non per il numero dei casi che abbiamo, che rispetto alle altre regioni è molto basso, ma perché la Calabria non ha rispettato il criterio n. 20, (dei 21 indicatori che stabiliscono le fasce geografiche di contagio) e cioè il Tasso di occupazione dei posti letto totali di Terapia Intensiva (codice 49) per pazienti COVID-19.

Per l’ennesima volta a pagare le conseguenze, commenta Giovanni Giordano Delegato Regionale del M.A.AV.I. (Movimento Autonomo Agenzie di Viaggio), sarà il tessuto economico sociale, già fragile, della nostra Regione.

La classe politica tutta deve prendersi ogni responsabilità perché è inammissibile ed inconcepibile che a distanza di 10 mesi gli ospedali calabresi non sono stati adeguati più precisamente il numero dei posti delle terapie intensive non è stato aumentato. La sanità calabrese è commissariata da 11 anni e da ben trent’anni invece è stata la mangiatoia della politica. Chi ha pagato le conseguenze i cittadini tutti che da anni sono costretti ad emigrare anche per fare una semplice visita di routine.

A questo punto auspichiamo un intervento da parte della Magistratura. Adesso la politica (Centrale e Locale) dovrà dare risposte ai cittadini e soprattutto alle numerose attività che dal 6 novembre rimarranno chiuse per un mese tra l’altro a ridosso delle festività natalizie.

Ancora una volta la nostra categoria, le Agenzie di viaggi e i Tour operator, sarà martoriata. Sono ormai 10 mesi che non fatturiamo nulla e tra i provvedimenti che sono stati presi dai governi nazionale e regionale alle nostre agenzie sono state assegnate soltanto briciole, nonostante avessimo spiegato l’importanza del nostro settore nell’economia turistica.

E poi come non bastasse il dramma di dover fare i conti con la lentezza di politici e dirigenti super pagati che spesso operano fuori tempo massimo mentre le imprese attendono gli esiti di provvedimenti che sono indispensabili per il loro sostentamento.

La politica adesso faccia gli sforzi che in abbondanza vengono chiesti ai cittadini e alle imprese che sono le più esposte o si dovranno accollare la responsabilità del fallimento dell’intero territorio calabrese. E se ciò fosse ci verrebbe da chiedere se i nostri politici avranno ancora il coraggio di presentarsi ai calabresi senza provare l’unico sentimento possibile, la vergogna.

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