Enti locali, l’eccessiva burocrazia, i troppi vincoli ed adempimenti imposti dalle norme, unitamente alla scarsità di risorse e di personale, tanto dal punto di vista qualitativo che quantitativo, rende molto difficile portare avanti un impegno così importante per la vita delle comunità come quello del Sindaco. E se ciò vale per il governo delle Città in generale diventa ancora più evidente ed anzi drammatico per i piccoli comuni che rappresentano al tempo stesso la maggior parte delle autonomie locali del nostro Paese e, oggi, il punto più fragile della rete istituzionale e della stessa rappresentanza democratica.

È quanto dichiara il Presidente di ANCI Calabria Gianluca CALLIPO che, partecipando stamani (venerdì 22 febbraio) all’evento LO STATO DEI BENI COMUNI, nell’Aula della Camera dei Deputati alla presenza del Presidente della Camera FICO, del Consiglio CONTE e dell’ANCI DECARO ha raccolto e fatto proprio il grido di allarme lanciato, tra gli altri, dal Sindaco di CERIGNALE (PC) Massimo CASTELLI e quello del Sindaco di COSENZA Mario OCCHIUTO.


Quest’ultimo, nel suo ruolo anche di Delegato Nazionale di ANCI Presidente della Fondazione Patrimonio Comune (che si occupa proprio del tema dei beni comuni), ha evidenziato inoltre la necessità di investire attenzione e risorse sul valore della bellezza delle nostre città, da intendere appunto come bene comune e strumento unificante e stimolante la partecipazione e la cittadinanza attive nelle nostre comunità, oggi minata da diversi fattori.

Circa 60 i Sindaci e amministratori calabresi che hanno partecipato a questa importante occasione di confronto tra rappresentanti degli enti locali ed i vertici delle istituzioni nazionali.

Particolare importanza – conclude CALLIPO – è stata rivolta al tema della rivitalizzazione e rigenerazione dei borghi che non soltanto sono uno dei beni comuni più importanti, perché custodiscono e tramandano lo spirito dei luoghi ed il patrimonio di memoria identitaria e collettiva ma che rappresentano oggi, nel mercato globale dei turismi, ciò che l’Italia dei cosiddetti centri minori ha di più bello, attrattivo e competitivo.

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