In queste settimane drammatiche – afferma Giuseppe Lavia, Segretario Generale dell’UST Cisl di Cosenza – abbiamo evitato ogni forma di polemica: siamo convinti, infatti, che sia il momento di lavorare tutti nella stessa direzione, consapevoli delle criticità di un sistema sanitario regionale offeso e smembrato, sacrificato in tanti anni sull’altare del contenimento dei costi, con difficoltà organizzative derivanti dalla gestione di un’emergenza alla quale eravamo impreparati e che ha messo in crisi realtà molto più efficienti dal punto di vista della tutela della salute.

Questo è, però, anche il momento delle risposte vere, concrete. Perciò – prosegue Lavia –, mentre ci auguriamo che trovi attuazione in tempi rapidissimi la giusta scelta di effettuare uno screening mediante tamponi per tutto il personale sanitario (in cui dovrebbero rientrare anche gli addetti alle pulizie), riteniamo necessario richiamare l’urgenza della dotazione di DPI (Dispositivi di Protezione Individuale) a norma per tutti gli operatori, che troppo spesso ne sono sprovvisti, perfino nelle aree critiche dell’emergenza-urgenza. Abbiamo ascoltato ieri il Commissario della Protezione Civile Borrelli escludere categoricamente che la stessa Prociv abbia sequestrato DPI destinati ad alcune regioni per dirottarle al Nord: ci è sembrata una replica a quanto affermato dal Commissario dell’ASP di Cosenza, Zuccatelli, su diverse decine di migliaia di mascherine ordinate dalla Calabria e requisite per essere inviate ad ospedali settentrionali; è perfino superfluo dire che in queste cose è utile fare chiarezza.

All’Annunziata di Cosenza, e non solo, si lavora in condizioni difficili. L’individuazione di ospedali spoke come centri Covid-19 – afferma ancora il Segretario generale dell’UST Cisl di Cosenza – non può essere solo un’affermazione di buone intenzioni, ma deve tradursi in concretezza, evitando scelte che generano confusione, come è successo per Castrovillari.

Occorre, infatti, attrezzare le strutture individuate con le necessarie risorse umane e tecnologiche

Ed è anche fondamentale la consapevolezza, nei diversi territori, che questo non è tempo di “campanili”, di chiedere ospedali Covid-19 senza dotazioni e strutture adeguate, ma di sollecitare e dare risposte immediate per affrontare i giorni che verranno, salvaguardando la salute dei lavoratori della sanità e offrendo un servizio efficace alla generalità dei cittadini. È importante, perciò, che la Regione superi ogni ostacolo per procedere all’assunzione di personale sanitario, attingendo anche alle graduatorie a tempo indeterminato, per colmare quelle carenze di organico che possono compromettere l’efficacia delle risposte all’emergenza coronavirus. Tra l’altro, sta emergendo con forza l’importanza di un tessuto produttivo nazione dedicato ai dispositivi sanitari: chiediamo, perciò, che la Regione si coordini con il Commissario Arcuri per sostenere la riconversione di aziende calabresi alla realizzazione di DPI, prevedendo anche misure aggiuntive regionali.

Verrà il tempo, superata l’emergenza, di esigere con forza una sanità “normale”, superando definitivamente la logica delle limitazioni sul personale imposte dai piani di rientro; chiedendo la riapertura di presidi troppo frettolosamente chiusi o ridimensionati e il rafforzamento di ospedali smembrati, per dare al nostro territorio un sistema sanitario che oggi non raggiunge standard accettabili. Senza “se” e senza “ma”.

Oggi, intanto, ringraziamo tutti gli operatori del comparto sanitario, medici, infermieri, tecnici, amministrativi, OSS, lavoratori delle imprese di pulizia, che stanno compiendo grandi sforzi. Senza personale, ricordiamolo, non c’è Sanità».

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