Jole Santelli era parte integrante delle istituzioni della Repubblica. Le ha servite come sapeva fare, con il suo stile e la sua passione. Oggi sono qui per portare a tutti i calabresi l’abbraccio del governo e per garantire l’impegno del presidente del Consiglio a chiudere tutti i dossier aperti sulla Calabria. Lo faremo con il vicepresidente Spirlì e con il Consiglio regionale».

È quanto affermato dal ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia, arrivato oggi pomeriggio in Cittadella regionale a Catanzaro per testimoniare il cordoglio del governo per la morte del presidente della Regione Calabria, Jole Santelli. All’incontro con il ministro Boccia erano presenti il vicepresidente della giunta regionale, Nino Spirlì, il prefetto di Catanzaro, Maria Teresa Cucinotta, e i direttori generali della Regione Calabria.

«Con la presidente Santelli – ha detto ancora Boccia – avevamo ipotizzato un incontro, ma il Covid ci ha costretti a spostarlo più di una volta. Stamattina abbiamo fatto fatica a credere alla sua morte. Con Jole ci siamo divisi per battaglie parlamentari per oltre dieci anni. Ma le battaglie che si facevano con lei lasciavano sempre qualcosa, lasciavano il sapore delle ragioni degli altri».

«Abbraccio tutta la famiglia di Jole e faccio un appello affinché tutta la Calabria sia considerata come la sua famiglia. Se ne va un’amica, una persona – ha aggiunto il ministro Boccia – che ha servito le istituzioni nazionali e locali. Probabilmente in Calabria era l’inizio di una stagione nuova, che andava anche oltre i colori che Jole ha rappresentato nella sua vita politica in maniera coerente. Non dimentico l’affetto personale che c’era e, in questo momento, i sentimenti che avete voi calabresi sono quelli che provano tantissime persone anche fuori dalla Calabria. Sono qui per testimoniarlo. Staremo al vostro fianco per tutte le questioni ancora aperte».

Il ministro si è poi rivolto direttamente ai direttori generali della Regione: «È duro da dire oggi, ma Jole era una donna che non si è mai fermata e penso che, per onorarla nel modo migliore – ha concluso il ministro –, bisognerà fare le cose che ci aveva chiesto di fare, quelle che aveva chiesto a voi e a noi. È la cosa più giusta in questo momento».

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