Numerosa la partecipazione di professionisti registrata al seminario“La grande minaccia, il rischio sismico in Calabria”, svoltosi nei giorni scorsi in diretta streaming e organizzato dalla Infrastruttura dell’Università della Calabria S.I.L.A. con il coordinamento del Prof. Pasquale VERSACE.

L’evento ha rappresentato il terzo appuntamento del ciclo di Seminari dal titolo “Una terra fragile:rischi naturali e antropici”, che vede insieme oltre all’Università della Calabria, l’Assessorato regionale alla Ricerca scientifica, l’Ordine regionale dei Geologi, l’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali della Provincia di Cosenza e l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Vibo Valentia. L’importante momento formativo, ha inteso focalizzare l’attenzione sulla vulnerabilità sismica del territorio calabrese, sugli aspetti scientifici ed organizzativi, sulle tecniche innovative di contrasto e sulle sfide da affrontare per la riduzione del rischio sismico.

All’introduzione del Prof. Mauro DOLCE, Consulente scientifico del Capo di Dipartimento della Protezione Civile, si sono susseguiti diversi interventi dal contenuto altamente tecnico e scientifico aventi quale fattore comune la trattazione di una tematica di grande attualità e di particolare interesse per il nostro territorio caratterizzato dal massimo grado di pericolosità sismico d’Italia. La formula dell’evento ha favorito un interessante dialogo tra mondo accademico, rappresentanti politici regionali, apparati dell’amministrazione e settore delle professioni. Tra i relatori presente anche il Presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Vibo Valentia, l’Ing. Salvatore ARTUSA, che ha sottolineato l’importanza della messa in sicurezza del patrimonio immobiliare della nostra Regione, uno dei territori a più alto rischio simico.

Se l’evento tellurico è naturale ed imprevedibile, i suoi effetti sugli edifici e sulle persone possono e devono essere comunque mitigati partendo dalla diffusione di una cultura della prevenzione sismica. E proprio attraverso la campagna informativa della Giornata Nazionale della Prevenzione Sismica “Diamoci una Scossa!” messa in campo dai professionisti e già alla terza edizione, il mondo delle professioni consapevole anche della mission sociale svolta, promuove e sostiene un programma di “prevenzione attiva” offrendo al cittadino il proprio sapere per migliorare la sicurezza della propria abitazione.

Non solo dunque una campagna informativa, ma un’iniziativa che attraverso visite tecniche informative presso le abitazioni da parte di Ingegneri ed Architetti esperti in rischio sismico, permette di passare concretamente “dal sapere” “al fare” generando un reale miglioramento sismico degli edifici. Dell’attuale patrimonio edilizio calabrese costituito da circa 610.000 immobili residenziali, ben il 75% di questi – ha evidenziato il Presidente Artusa – risulta edificato prima del 1980 e quindi di fatto, non rispondente alle più recenti disposizioni sismiche di settore.

Il Presidente degli Ingegneri ha poi richiamato le criticità che attanagliano quotidianamente la libera professione e che rischiano di compromettere le potenzialità delle agevolazioni fiscali legate agli interventi di sismabonus finalizzati all’adeguamento sismico delle abitazioni senza sostenere alcun costo.

Le inefficienze della pubblica amministrazione legate all’endemica carenza di organico ed all’ipertrofia normativa stabilmente accompagnata da una disomogenea applicazione della stessa, a tutt’oggi, di fatto non favoriscono la possibilità di rilevare segni concreti della tanto ricercata semplificazione. Emblematico appare il caso della piattaforma SUE che, con i continui disservizi costringe i professionisti calabresi ad estenuanti attese difronte a monitor bianchi, a messaggi di errore, con funzionamenti intermittenti e non in linea con gli automatismi normativi introdotti dalla recente nuova legge sismica regionale che avrebbe dovuto consentire invece, una notevole semplificazione degli iter procedurali per la legittimazione degli interventi edilizi antisismici.

Il Presidente Artusa ha, infine, auspicato l’avvio a livello nazionale di un nuovo programma di investimenti che, anche attraverso il ricorso al Recuvery Fund, migliori l’efficienza e la capacità di spesa della PA, renda strutturali gli incentivi fiscali relativi ai “Superbonus”, introdotti con il Decreto Rilancio, e, trasformi le risorse in “cantieri” per la rigenerazione e messa in sicurezza delle città.

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