L’ultimo decennio della vita del nostro paese è stato caratterizzato da una profonda crisi economica che ha prodotto, nella fase più recente, una situazione di stagnazione e di recessione.

Sono anni segnati da numerosissime crisi d’azienda, da processi di disgregazione sociale con incremento delle disuguaglianze e delle ingiustizie sociali. Il lavoro, da sempre mezzo attraverso il quale affermare la dignità delle persone, da tempo ha subito profonde mutazioni verso forme sempre più flessibili e liquide, ed anche quando si ha un lavoro non sempre questo pone il lavoratore al riparo dal rischio povertà”.

Tocca la presidente reggente Claudio Liotti aprire i lavori dell’Undicesimo congresso di Legacoop Calabria chiamato ad eleggere il nuovo presidente, il successore di Angela Robbe, dallo scorso 13 aprile assessore regionale al Lavoro.

Un dibattito articolato, partecipato – che ha registrato la presenza del presidente della Regione Calabria Mario Oliverio e del presidente nazionale di Legacoop, 

Mauro Lusetti – sulla scia del coinvolgimento delle tante cooperative presenti che dal 2015 al 2018 sono cresciute, anche per soci: si passa infatti da 274 (per 14015 soci) alle 340 attuali (18051 soci), a dimostrazione del radicamento e dell’attenzione alle istanze del sistema cooperativo che mette al centro del sistema la persona e del lavoro come massima espressione della dignità di uomini e donne che scelgono di restare in Calabria. Dopo i saluti del consigliere regionale, presidente della commissione regionale anti ‘ndrangheta, Arturo Bova e dell’assessore Danilo Russo, in rappresentanza del sindaco Sergio Abramo, la relazione di Liotti ha anticipato la prima tavola rotonda sul tema degli strumenti legislativi per le politiche attive del lavoro. “IIn questo quadro a tinte fosche la Legacoop si appresta a celebrare il suo 40° Congresso consapevole del contributo fin qui dato (rappresentiamo il 7-8% del PIL del paese) e del ruolo che un sistema democratico di economia partecipata quale è quello dell’impresa cooperativa rappresenti una certezza di sviluppo economico e, ancor di più, di coesione sociale – ha rimarcato Liotti -.In molte delle nostre realtà territoriali, ed anche in Calabria, spesso la presenza di una impresa cooperativa nei contesti locali è andata e va ben oltre la sola valenza economica, rappresentando una modalità di rapporto sociale inclusivo”.

L’INTERVENTO DEL GOVERNATORE OLIVERIO Sull’importanza del ruolo della cooperazione si è intrattenuto anche il governatore Mario Oliverio, che ha preso parte ai lavori del congresso in mattinata.

La cooperazione ha una funzione essenziale – ha aggiunto – sia dal punto di vista economico che per la coesione sociale del nostro Paese. In Calabria, nel corso degli ultimi anni, c’è stato un lavoro costante, paziente, silenzioso che ha affermato in maniera rilevante il ruolo della cooperazione. I dati esposti oggi confermano, dal 2015 al 2018, risultati significativi, sia in termini di numero di cooperative, di associati e di volumi di impegno economico prodotti”.

“Purtroppo tutti quanti assistiamo come in molte occasioni si tirino fuori argomenti beceri che non hanno alcun fondamento per fare lotta politica. Viviamo in un momento particolarmente difficile per il nostro Paese in cui non c’è una bussola, non c’è una visione, non c’è un disegno.

Ogni giorno ci si alterna in attacchi anti europeisti e in atteggiamenti subalterni a seconda delle stagioni e delle contingenze che si determinano. E in questo quadro il Sud rischia un’involuzione seria sulla quale non posso non esprimere profonda preoccupazione.

Due giorni fa è stato sottoscritto dal Governo un accordo con un Paese, la Cina, che è la potenza più importante nel mondo insieme agli Stati Uniti, ed è stato tagliato fuori il Porto di Gioia Tauro ma anche tutta la portualità del Mezzogiorno d’Italia. Mi pongo il problema non in termini rivendicativi o campanilistici e territoriali ma in termini generali, di interesse del Paese: ma come è possibile tagliare fuori da un accordo di questa portata uno dei più grandi porti di transhipment a livello mondiale, Gioia Tauro, un’infrastruttura portuale che è la proiezione naturale dell’Europa nel cuore del Mediterraneo, la prima porta, il primo approccio, in una fase in cui la movimentazione delle merci cresce e nella movimentazione ha un ruolo fondamentale appunto la Cina? La visione presupporrebbe la costruzione di una rete in un percorso come questo”.

“Ricordo che su Gioia Tauro abbiamo anche sottoscritto un accordo lo scorso 20 luglio 2017 a cui hanno partecipato le parti sociali e imprenditoriali della nostra regione, in cui c’è una destinazione di risorse importanti ma per quanto riguarda la competenza di gestione del governo nazionale, essendo fondi Pon, non è stato speso un solo euro. Non solo, su Gioia Tauro il governo ha disarticolato l’Autorità portuale di sistema, sganciando i Porti di Villa San Giovanni e di Reggio Calabria da Gioia e per fare un’altra Autorità portuale e costruire un equilibrio sulla base della spinta dei Cinque Stelle siciliani, riproponendo uno spezzatino. E a fronte di tutto questo – ha aggiunto Oliverio – si annuncia un Cdm in Calabria con la motivazione che la Calabria è abbandonata a se stessa.

Proprio nelle stesse ore in cui si sottoscrivono accordi importanti per lo sviluppo economico nazionale e in cui si taglia fuori la Calabria e il Mezzogiorno. Siamo a clamorose barzellette. Non è accettabile che i calabresi siano considerati oltre lo stereotipo dell’anello al naso.

Chiedo che si corra ai ripari, allora sì, si può e si deve venire in Calabria a celebrare il Consiglio dei Ministri. Noi come Regione dobbiamo lavorare invece per consolidare un percorso che nel corso di questi anni abbiamo avviato”.

“Ci sono segni reali di inversione di trend, con segni positivi in termini di Pil ed export. Stiamo creando lavoro attraverso le imprese e la valorizzazione delle risorse, attribuendo un ruolo importante e fondamentale non solo ai settori economici ma al mondo sociale sui quali l’espansione dei soggetti cooperativi è un fattore che deve essere incoraggiato. Qui assumo l’impegno che entro la fine della legislatura definiremo una nuova legge sulla cooperazione, alla luce dei processi di espansione che si stanno verificando in Calabria. Anche in condizioni non semplici – ha concluso Oliverio – la cooperazione regionale ha saputo superare difficoltà di contesto, integrando il sistema delle imprese”. 

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