Filippo Callipo

«È un anniversario triste per la Calabria. Dieci anni dopo la rivolta di Rosarno, anche se non c’è più la baraccopoli della vergogna, lo sfruttamento dei caporali e della ‘ndrangheta continua a rendere disumana la vita di migliaia di braccianti nella Piana di Gioia Tauro.

E’ quanto afferma il candidato alla Presidenza della Regione Pippo Callipo.

Gli invisibili sono sempre lì – contiunua Callipo- le ruspe della propaganda li hanno soltanto nascosti agli occhi degli osservatori più superficiali e dei politici interessati, di quelli che vivono ad anni luce dai territori calabresi.

E non sono cambiate neanche le campagne d’odio che più volte, in questi anni, hanno alimentato la follia xenofoba di chi pensa di risolvere i propri problemi prendendosela con chi sta peggio e non con i governanti.

Al dato drammatico dello sfruttamento si aggiunge anche quello di un settore, quello agrumicolo, che ancora non riesce a trovare spazi di mercato adeguati e dignitosi. Chi gestisce la cosa pubblica deve cercare di guardare alla piena operatività della Zes nella quale occorre puntare a favorire dei progetti di filiera che rivalutino l’agroindustria come punto centrale dello sviluppo della regione, mettendo in rete le tre macro aree a vocazione agroindustriale della Calabria (la Sibaritide, il Lametino e la Piana di Gioia) in un unico progetto di manipolazione e commercializzazione dei prodotti agroindustriali, da realizzare nell’area Zes e che guardi al mercato del Mediterraneo.

Un’attività basata sulla legalità e sulla giustizia sociale- conclude Callipo-  nella consapevolezza che la vera integrazione si possa raggiungere solo puntando sull’agricoltura sana che fa del rispetto dei lavoratori il primo, imprescindibile pilastro su cui rilanciare la nostra economia».

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