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Presentata a Catanzaro la quarta edizione del progetto “Trame di Seta” rivolto alle scuole

È stato presentato alla stampa, sabato 30 marzo, nei locali del Centro Polivalente di via Fontana Vecchia a Catanzaro, il progetto didattico “Trame di Seta” promosso dall’associazione “CulturAttiva” in collaborazione con la Cooperativa “L’isola che non c’è”. Giunta alla quarta edizione, l’iniziativa, che è parte integrante del progetto “Baco da Seta” lanciato dalla Cooperativa “Nido di Seta” di San Floro ed è supportata dal Comune di Catanzaro e dal Centro Calabrese di Solidarietà, sta contribuendo a diffondere la conoscenza di una pagina straordinaria della nostra storia: quella legata alla nobile arte della seta che per Catanzaro rappresentò motivo di vanto, di ricchezza e fama in tutta Europa per l’eccezionale qualità dei tessuti prodotti nelle sue filande. Ottimi i risultati finora raggiunti con il progetto, con 1500 presenze registrate lo scorso anno, tra studenti ed insegnanti provenienti da tutta la Calabria.

A tale proposito l’assessore al Turismo del Comune di Catanzaro, Alessandra Lobello, ha dichiarato: “l’Amministrazione plaude e si mette al fianco di tutte quelle iniziative che scaturiscono da una cittadinanza attiva e propositiva. Siamo orgogliosi di questo progetto, che si rivolge alle fasce d’età più piccole sulle quali occorre investire per diffondere la conoscenza del nostro territorio e sviluppare un profondo senso di appartenenza che tutti noi dovremmo avere e tenere vivo. Ringrazio le associazioni che hanno reso “Trame di Seta” una bellissima realtà – ha proseguito l’assessore –  in particolare i ragazzi della Cooperativa Nido di Seta che, nonostante il recente incendio che li ha colpiti, danno prova di proseguire nella realizzazione di questo progetto volto a far conoscere la tradizione serica catanzarese e rinsaldare il legame con le nostre radici”.

Alla conferenza stampa erano presenti: Angela Rubino, presidente dell’associazione “CulturAttiva”; Alessandra Mungo, responsabile del progetto “Io e Mamma”, della Cooperativa “L’isola che non c’è” e l’insegnante Melania Scalzo del Polo Didattico “Galluppi” di Catanzaro che, insieme alla sua collega, Rosanna Monteleone, ha accompagnato gli allievi della classe terza A, i quali hanno preso parte alla presentazione e successivamente sono stati i protagonisti di una breve tappa del laboratorio “Trame di Seta”, svolta nell’antico quartiere ebraico di Catanzaro, uno dei luoghi-simbolo del legame con l’arte della seta.

In conferenza, Angela Rubino, ha spiegato nei dettagli lo svolgimento del progetto “Trame di Seta”, “un laboratorio itinerante che vede come teatro delle proprie attività i quartieri del cuore antico della città, nei quali è racchiuso un profondo legame con l’arte della seta, ma anche con le radici di Catanzaro. Un laboratorio molto particolare perché la storia non viene semplicemente raccontata, ma ri-vissuta, mediante il coinvolgimento diretto dei partecipanti in un contesto di drammaturgia interattiva”.

La Rubino ha più volte rimarcato l’importanza della collaborazione tra enti ed associazioni. “Uno dei segreti del successo di “Trame di Seta” – ha spiegato – è proprio il fatto che esso si nutre della professionalità di varie figure che, a vario titolo, riescono a renderlo una proposta completa ed originale. La rete fattiva è fondamentale per alimentare le progettualità e favorire la crescita del territorio e purtroppo questa consuetudine non è così scontata nella nostra terra”.

Ad Alessandra Mungo il compito di parlare delle tecniche educative messe in atto nel progetto, che “in parte si ispirano all’utilizzo dello yoga della risata in chiave motivazionale. Nel corso delle attività ai ragazzi vengono trasmessi concetti educativi e culturali di fondamentale importanza per il loro inserimento nella società come cittadini consapevoli, rispettosi dei diritti altrui e coscienti del proprio valore e delle proprie potenzialità. Stimolazione sensoriale, problem solving e sviluppo del pensiero critico sono alcune delle tecniche messe in campo durante lo svolgimento del laboratorio”.