C’è una Calabria che suda, sgobba, lotta e soffre ogni giorno. Ma esiste ed è forte e numerosa. Non è quella terra preda della criminalità dalla quale i giovani sono costretti a scappare. Certo, ci sono tanti ragazzi, laureati e non, che cercano speranza in altre regioni o addirittura all’estero. Ma ce ne sono tanti altri, e sono la maggioranza, che in Calabria rimangono per scelta e convinzione. Crediamo di rappresentarla al meglio, senza volerci ergere a eroi che non siamo, ma nel nostro piccolo vissuto quotidiano di avvocati, imprenditori, medici, professionisti che non hanno voluto andare via e che cercano, giorno dopo giorno, di cambiare le cose dall’interno. O che sono andati via, ma che la Calabria ce l’hanno nel cuore.
Da lavoratori e cittadini, da ragazzi e ragazze, da padri e madri di famiglia. Da calabresi orgogliosi di una scelta che non è migliore di un’altra, ma che è semplicemente da rispettare.
Il quadro che della Calabria ha dipinto domenica sera la trasmissione di La7 Non è l’Arena è desolante e non veritiero. Perché è sembrato, piuttosto, costruito ad arte per alimentare la visione di una terra povera di spirito e di idee in cui la gente perbene è sempre costretta a partire. Non è così, non lo è mai stato, ma forse negli ultimi anni c’è stata anche una anche piccola inversione di tendenza che, purtroppo, i media non raccontano forse perché non vogliono farlo. Fa più notizia parlare del marcio che del bello e del buono. Serve molto di più, in certi casi, parlare delle inchieste – a volte infilando indagini completamente diverse in un immenso calderone – invece che della gente che si è rimboccata le maniche e si sta dando da fare. In modo pulito, serio, concreto.
In mezzo ci sono tantissimi colori come i campi e i boschi della nostra terra, o come il cuore rosso di ogni calabrese, che batte forte e soffre quando è costretto a sentire racconti che poco o nulla hanno a che vedere con quella parte, maggioritaria, di tessuto sociale sano e produttivo.
- Ludovico Abenavoli – docente Gastroenterologia Università Magna Graecia di Catanzaro
- Michele Affidato – maestro orafo
- Amedeo Bianco – avvocato dell’Ordine Avvocati di Catanzaro
- Vincenzo Bosco – senatore accademico Università Magna Graecia di Catanzaro
- Alessia Burdino – giornalista
- Gianvito Casadonte – sovrintendente Teatro Politeama di Catanzaro
- Maurizio De Filippo – componente Ordine Commercialisti di Roma
- Andrea Di Consoli – autore Rai
- Carlo Diana – procuratore sportivo
- Dario Finocchiaro – chef
- Domenico Garofalo – architetto, fondatore Catanzaro Design Week
- Eugenio Garofalo – componente Ordine dei Medici di Cosenza
- Antonio Menniti – direttore generale Fondazione Università Magna Graecia
- Maria Teresa Mirarchi – medico chirurgo azienda ospedaliera Morgagni-Pierantoni Forlì
- Federico Placida – notaio
- Nicola Santacroce – medico oculista
- Fulvio Scarpino – avvocato, presidente Fondazione Caporale
- Raffaele Serra – docente Chirurgia vascolare Università Magna Graecia di Catanzaro
- Maurizio Talarico – imprenditore (Talarico Cravatte)
- Matteo Tubertini – imprenditore (Guglielmo Caffè)