La criptovaluta costituisce oggi lo strumento più efficiente per le transazioni illegali a prescindere dalla loro quantità.

Sono più efficienti per il riciclaggio rispetto al contante per la grande facilità e velocità di spostamento e a fronte di un livello di anonimato quasi comparabile. L’uso illecito delle criptovalute può estrinsecarsi direttamente nell’attività di riciclaggio di profitti illeciti e strumento attraverso che rende possibile la realizzazione di un’attività criminosa. Appartengono quest’ultima categoria sia le estorsioni online fatte da hackers che entrano in possesso dei dati custoditi sui computer, sia il pagamento di un riscatto a seguito di un rapimento finalizzato all’estorsione (caso verificatosi qualche giorno fa in Norvegia e prima ancora in Costa Rica e ad Hong Kong), sia la remunerazione di attività di attività criminose compiute per conto terzi (omicidi su commessa, traffico di droga e di armi).

Se riflettiamo, poi, sulla struttura del sistema della criptovaluta vediamo che in sostanza dal punto di vista economico non può in nessun caso essere considerata moneta in senso tecnico.

Il seminario promosso dal Centro Studi delle Politiche Economiche e Territoriali diretto dal Prof. Domenico Marino vuole approfondire il tema delle nuove forme di riciclaggio in una economia che ha sempre di più i caratteri della digitalità.

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