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Rifiuti, D’Ippolito (M5S) interroga Conte e Costa

Sulla gestione dei rifiuti il governatore della Calabria, Mario Oliverio, ha commissariato da solo la Regione, così scavalcando i poteri e le competenze della Presidenza del Consiglio dei ministri».

Lo afferma il deputato M5S Giuseppe d’Ippolito, «in ordine – si legge in una nota del parlamentare – all’ultima, recente ordinanza contingibile e urgente dello stesso governatore, la tredicesima che, come tutte le precedenti, deroga alle disposizioni del Piano regionale di Gestione dei Rifiuti, approvato nel 2016».

Nel merito, il deputato del Movimento 5 Stelle ha presentato una specifica interrogazione al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e al ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, richiamando una sua precedente interrogazione cui aveva risposto nel novembre 2018 il sottosegretario delegato Salvatore Micillo, chiarendo che le ordinanze contingibili e urgenti non sono consentite dalla legge, se non per brevi periodi e soltanto in presenza di dichiarato stato di emergenza, il che non è il caso della Calabria a proposito della gestione dei rifiuti.

Nella sua nuova interrogazione D’Ippolito ha chiesto a Conte e Costa «se e come intendano all’occorrenza verificare, per quanto premesso, se la Regione Calabria non si trovi di fatto in una situazione di emergenza, dato l’ennesimo, recente ricorso a nuova ordinanza contingibile e urgente; se non ritengano che la predetta, ultima ordinanza non sia in concreto atto di larvata gestione emergenziale, che il presidente della Regione Calabria eserciterebbe scavalcando i poteri e le competenze specifici della Presidenza del Consiglio dei ministri; se un eventuale stato di emergenza non debba essere dichiarato con la nomina di un commissario straordinario».

Ancora, il deputato M5S ha chiesto agli stessi i ministri se nella fattispecie «esistano gli estremi per l’ordinaria dichiarazione, con riferimento alla regione Calabria, dello stato di emergenza nel settore dei rifiuti»e «quali iniziative di competenza intendano assumere in merito»alla riferita, ultima ordinanza, «anche al fine di impedire che in seguito ve ne siano altre della stessa specie».