Ci sono anche imprenditori calabresi disponibili ad entrare nella gestione del porto di Gioia Tauro.

Lo afferma Giuseppe Nucera, presidente di Confindustria RC che, questa mattina, ha incontrato il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli prima del confronto con i lavoratori.

Sono mesi di enorme difficoltà per i tanti dipendenti del più grande terminal per il transhipment presente in Italia. I lavoratori avevano bloccato qualche giorno fa il porto per un’intera settimana per poi riprendere l’attività a seguito delle buone promesse da parte di MSC.

Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli ha subito reso noto che “fra poche ore l’Autorità di sistema portuale d’intesa col Ministero manderà ad MCT, l’azienda che gestisce il terminal container del porto di Gioia Tauro, una messa in mora per inadempimenti contrattuali”.

“Auspichiamo che si possa presto ritrovare un clima di collaborazione e arrivare ad una soluzione tra le parti e ci auguriamo che il porto possa tornare a regime nell’ottica di una veloce ripresa del sistema portuale – spiega il presidente di Confindustria RC Nucera – Tuttavia nell’eventualità in cui si dovessero aprire nuovi scenari, così come avviene con le gestioni aereoportuali, è bene guardare oltre e prevedere un cambiamento rispetto alle attuali logiche monopoliste. Non vogliamo che ad un monopolista ne subentri un altro e che quindi si passi dalla padella alla brace.

Il mondo imprenditoriale calabrese dovrà essere rappresentato e l’intera Calabria dovrà avere un ruolo ben preciso. Se si dovesse arrivare ad una nuova governance per il porto di Gioia Tauro – commenta Nucera, in rappresentanza anche di Unindustria Calabria (in quanto il presidente Mazzuca non ha potuto garantire la sua presenza) – noi auspichiamo che Regione Calabria, le Camere di Commercio ed il mondo imprenditoriale possano essere tutti protagonisti in una Public Company in modo tale che il capitale privato e pubblico calabrese possa entrare a farne parte”.

Tra le altre proposte di Confindustria, quella di una nuova governance manageriale per il porto di Gioia Tauro.

“Per guidare al meglio il porto di Gioia Tauro sono necessarie competenze ben precise perché bisogna andare in giro per il mondo a fare marketing e predisporre un piano strategico per acquisire nuovi clienti e nuove commesse. La nostra strategia è quella di salvaguardare sia le maestranze ma anche il porto con i suoi futuri investimenti e per questo è necessario un vero e proprio manager“.

Un altro tema importante è quello della reputazione del porto di Gioia Tauro, della sua area industriale e dell’intera Calabria.

“La Calabria soffre perché la reputazione che ha è negativa. La ‘ndrangheta è presente purtroppo non solo in Calabria ma in tutto il mondo. Le cronache degli ultimi mesi e le inchieste della DIA evidenziano che gli sbarchi di cocaina avvengono a Genova e a La Spezia con maggiori quantitativi ma si parla solo della Calabria e del porto di Gioia Tauro e fino a quando non ci sarà una comunicazione positiva che parli in modo onesto e chiaro della nostra realtà nessun imprenditore verrà qui ad investire.

Abbiamo ettari di terreni che possono accogliere aziende importanti, capannoni vuoti che nelle vicinanze possono essere ripresi e sistemati al meglio ma le aziende non sono interessate anche perché c’è una cattiva reputazione”.

Infine un monito alle autorità competenti che eseguono le attività di controllo, prevenzione e repressione del traffico di droga.

“La nostra proposta inoltre è quella di effettuare i controlli nei porti di destinazione. Non possiamo sempre farci carico del malaffare che riguarda le altre regioni. Gli investitori e le aziende non investiranno mai in Calabria se si continua a dare un’immagine negativa. Il Governo deve aiutare la Calabria ad acquisire una migliore reputazione”.

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