Anche in Calabria sta per concludersi l’impegnativa tornata assembleare per la votazione della piattaforma relativa al rinnovo del CCNL delle Lavoratrici e dei Lavoratori delle Banche. 

Massiccia finora la partecipazione ed altrettanto unanime il consenso di lavoratrici e lavoratori alla piattaforma; tante le assemblee sui luoghi di lavoro ed alcune di piazza, molto partecipate, con percentuali di favorevoli del 99%

Nel corso delle assemblee le OO.SS. del settore, oltre alla discussione ed al dibattito sulle materie proprie della piattaforma, hanno raccolto e verificato una serie di anomalie tipicamente territoriali, penalizzanti per le lavoratrici ed i lavoratori e che inevitabilmente si ripercuotono sui cittadini che si affidano ai servizi delle banche.

Le OO.SS. Regionali di Categoria FABI – FIRST\CISL –  FISAC\CGIL –  UIL.CA e UNISIN denunciano la preoccupante situazione esistente nel settore bancario della Regione Calabria, a causa delle ricadute negative che i processi industriali già avviati da tutte le aziende bancarie e tuttora in corso hanno riservato alle lavoratrici e lavoratori Calabresi, oltre che agli stessi clienti.

Difatti, l’incessante processo di razionalizzazione degli sportelli messo in atto dagli Istituti di Credito, ha fatto registrare una vera e propria “desertificazione bancaria” con la chiusura di un numero di filiali doppio rispetto al resto del territorio nazionale. ( 9% Regionale a fronte del 4,5% Nazionale)

In concreto, oggi vi sono città in cui non è più presente alcuna banca.

Altro elemento penalizzante per le famiglie, le imprese e gli Enti Calabresi è quello relativo ai tassi praticati dalle Banche nella nostra Regione, dove il credito viene erogato a tassi notevolmente più alti rispetto alle regioni del centro e del nord Italia, determinando così un pesante svantaggio competitivo.

A peggiorare il quadro, laddove possibile, vi sono le scelte “aziendalmente miopi” della riduzione, se non in alcuni casi addirittura eliminazione, dell’attività di sportello, questo in nome di una cd migrazione verso i cd canali alternativi, che rimane lontana sia dalla realtà operativa quotidiana delle agenzie che del territorio, creando notevoli disagi a dipendenti e clienti (la prassi messa in atto da diversi Istituti di Credito di chiudere il servizio pomeridiano per quanto concerne l’operatività delle casse va in questa direzione)

 

Tutto questo avviene all’interno di piani industriali che puntano esclusivamente alla riduzione dei costi, che hanno avuto come effetto anche una riduzione del numero degli occupati nel settore bancario, con innumerevoli esodi a fronte dei quali – purtroppo – non si sono registrate nuove assunzioni di giovani al Sud, che avrebbero potuto garantire la turnazione nelle filiali; ma che ancor più avrebbero potuto dare respiro ad un meridione in cui l’inoccupazione è arrivata ormai a livelli critici.

 

Procedendo in questa direzione avremo sempre più un Sud ed una Calabria spogliata dai giovani in favore di presidi collocati al Nord, oltre che un progressivo abbandono del territorio anche da parte delle aziende di credito che dovrebbero continuare a svolgere il loro ruolo per lo sviluppo e la crescita SANA del territorio stesso.

 

I servizi bancari devono essere garantiti e l’accesso al credito non può essere negato o ostacolato, il rilancio del nostro territorio passa anche per questo strategico settore che nel contempo diventa anche l’unico mezzo efficace di contrasto a forme di Credito illegali

 

Le OO.SS. invitano dunque i Prefetti, i Sindaci e il Presidente della Regione Calabria a concordare un incontro su tali problematiche che, per la riduzione o addirittura il venir meno di questi presidi, vede penalizzata ancora una volta la nostra Regione.

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