In questa emergenza senza precedenti per salvare la pesca calabrese non servono ricette miracolose e né tanto meno performance elettorali. Al contrario, – dichiara Salvatore Martilotti, presidente del Comitato Pescatori Calabria – i pescatori e le imprese di pesca hanno bisogno prima di essere ascoltati da parte della regione Calabria per il varo di interventi immediati e concreti sotto forma di bonus e liquidità per far ripartire il settore e l’intera filiera.

A seguire, per evitare il rischio chiusura per tante imprese da quando la Commissione europea ha ritenuto con regolamenti e paletti di ridurre le giornate di lavoro in mare nell’arco di un anno, con l’ipotesi di telecamere a bordo, è necessario attivarsi per tutelare la specificità della pesca calabrese che con una flotta di circa 800 battelli, e con circa il 60% di pesca artigianale, a fronte di due mari e 800 Km. circa di coste, a nostro parere, é in sintonia con i programmi UE per la salvaguardia dell’ambiente marino e l’integrità biologica dei fondali.

Serve una vera inversione di rotta. Meno burocrazia e più programmazione da parte della regione, ma più coinvolgimento dei comuni costieri e dei pescatori per ottimizzare la gestione degli strumenti dell’Unione europea in direzione di uno sviluppo improntato alla sostenibilità ambientale, economica e sociale della pesca regionale.

In questa fase molto delicata – continua Salvatore Martilotti – non sarebbe utile ascoltare i pescatori e le imprese di pesca per valutare le proposte delle categorie produttive e incominciare, così, ad invertire veramente rotta per superare le varie emergenze e programmare, insieme, lo sviluppo possibile del settore pesca regionale? Chiediamo una vera inversione di rotta alla regione poiché l’emergenza da covid-19 ha prodotto una crisi senza precedenti in tutti i comparti economici e non solo, cambiando profondamente le abitudini di ognuno di noi.

Per il settore pesca non v’è dubbio che ha messo in ginocchio, non solo le imprese di pesca e i pescatori, ma anche l’intera filiera, trasformando l’emergenza sanitaria in crisi economica, occupazionale e sociale. Per la ripartenza del settore pesca in Calabria, oltre ad interventi straordinari e ad azioni a sostegno del comparto e alla costituzione di un tavolo per tutelare la pesca regionale in sede comunitaria, il Comitato Pescatori Calabria ha richiamato più volte l’attenzione delle Istituzioni, ed in particolare della regione e dei comuni costieri, ad una necessaria azione di sostegno in questa fase delicata per la ripartenza al tempo del post covid-19.

Abbiamo proposto misure di accompagnamento a favore degli operatori colpiti da vecchie e nuove restrizioni, così come ancora riteniamo necessario sostenere i pescatori e le imprese con “bonus” e “liquidità” magari dopo aver convocato la “Consulta regionale della pesca” per consentire la partecipazione diretta dei pescatori.

Purtroppo il silenzio ha fatto seguito alle proposte avanzate che avevano la sola velleità di cercare di collegare realtà, burocrazia e politica. E’ stata una occasione persa, nel mentre le difficoltà quotidiane aumentano. Tuttavia, in particolare, i piccoli pescatori artigianali devono pensare a come ripartire.

Infatti, la ripresa a pieno regime delle attività di pesca è fondamentale per intere famiglie delle nostre comunità costiere e, pertanto, a nostro parere, in questa emergenza, senza precedenti, sarebbe urgente varare da parte della regione un “Piano Pesca Straordinario” a sostegno dei pescatori e delle imprese di pesca, insieme ad un’azione “straordinaria” di promozione del “prodotto ittico locale”.

Ripartire per creare sviluppo e occupazione è una priorità importante, in particolare, per la piccola pesca artigianale che rappresenta il segmento più rilevante della flotta regionale, ma anche la testimonianza storica e culturale di intere comunità costiere.

E’ importante superare l’emergenza per accompagnare il cambiamento. Solo così si possono coniugare identità e futuro. Invece che accade? Niente, semplicemente niente. Anzi come se l’emergenza non esistesse i pensieri sono rivolti “alla buona rendicontazione del PO 2014-2020”.

E così, con risorse pubbliche, prendono forma e corpo i diversi workshop con la partecipazione di professori, ricercatori e scienziati per definire le strategie della piccola pesca artigianale nel mentre – conclude Salvatore Martilotti – tante famiglie di pescatori artigianali hanno difficoltà reali a tirare avanti. In altre parole un calabrese con il buon senso direbbe che “l’abbutt unnu crira a ru riun” (la persona sazia non crede a chi sta a digiuno).

image_pdfDownload pdfimage_printStampa articolo