Ha riacceso i riflettori su un problema gravissimo, che avevamo già affrontato ampiamente, il recente servizio di Striscia la notizia sul traffico di droga di matrice ‘ndranghetista nel ghetto di viale Isonzo a Catanzaro, che peraltro ha mostrato e confermato lo sfruttamento di bambini nell’attività di spaccio».

Lo affermano, in una nota, i parlamentari M5S Paolo Parentela e Bianca Granato, che ricordano: «Nella campagna elettorale per le ultime Comunali di Catanzaro avevamo posto l’attenzione sul rischio e degrado sociale nell’intero quartiere interessato, Pistoia-Aranceto, proponendo misure di integrazione sociale che l’attuale maggioranza locale non ha mai voluto attivare».

 «Nella precedente legislatura, anche per assicurare la sicurezza in quella zona, avevo presentato – rammenta Parentela – ben due interrogazioni parlamentari, con la convinzione che fosse utile, come lo è ad oggi, aumentare il controllo delle forze dell’ordine per contrastare i fenomeni criminali e il coinvolgimento di minori».

«Ora – proseguono i due parlamentari del Movimento 5 Stelle – presenteremo due interrogazioni al ministro dell’Interno, una alla Camera e una al Senato, per sapere quali elementi specifici avessero il prefetto e il questore di Catanzaro e le iniziative di rispettiva competenza assunte nel tempo». «Ci sono comunque – precisano i due parlamentari – precise responsabilità politiche della maggioranza guidata dal sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, che ne deve rispondere all’opinione pubblica. Adesso è indispensabile avviare progetti e interventi educativi e di recupero sociale, per i quali bisogna interessare pure le scuole e il Garante regionale per l’infanzia. Occorre inoltre sostenere l’associazione Libera e il Centro calabrese di Solidarietà, nello specifico già operativi da un pezzo». «Non possiamo permetterci – concludono Parentela e Granato – che in quel quartiere crescano bambini con il mito o l’influsso della ‘ndrangheta. I minori sono il futuro della nostra Calabria, nella quale più istituzioni pubbliche sono spesso indifferenti o sufficienti, malgrado le evidenze risapute»

image_pdfDownload pdfimage_printStampa articolo