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Studenti e giornalisti a confronto con i Magistrati Antimafia Dolce e Di Matteo

«Sogno che in Calabria nasca una vera e propria ribellione alle mafie. Non siate indifferenti. Essere consapevoli su ciò che accade nella propria terra e nel proprio Paese è una questione di democrazia, libertà, aspettativa di un futuro migliore».

Così Antonino Di Matteo, pm del processo sulla Trattativa Stato-Mafia e magistrato della Direzione Nazionale Antimafia, si è rivolto ai giovani degli istituti scolastici bruzi, accorsi oggi 15 marzo, in gran numero, negli spazi del teatro Rendano di Cosenza.

Nel corso de “Il Potere segreto delle mafie”, l’incontro organizzato dal Circolo della Stampa “Maria Rosaria Sessa” e dall’Osservatorio Nazionale “Falcone-Borsellino”, Di Matteo ha pure affermato: «L’infiltrazione mafiosa ha condizionato pesantemente il nostro sistema e minato la nostra democrazia.

Non so se un giorno la mafia sarà sconfitta, lo spero certamente, ma abbiamo bisogno di due cose: un cambiamento della politica, che deve recidere qualunque rapporto tra mafia e istituzioni, e un cambiamento di mentalità. Dobbiamo sovvertire l’idea che il mondo funzioni solo con lo scambio di favori».

E ha poi aggiunto, rivolgendosi ancora agli studenti:

Documentatevi, studiate, non permettete agli altri di additarvi come mafiosi soltanto perché provenite dalla Calabria. Non siate gregge, ma cittadini consapevoli.

All’evento, oltre agli alunni del liceo classico “Gioacchino da Fiore” e del “Pitagora” di Rende, dello “Scorza” di Cosenza e dell’Istituto d’Istruzione Superiore di Castrolibero, hanno preso parte anche il magistrato della Procura Nazionale Antimafia Sandro Dolce e i giornalisti Arcangelo Badolati, coordinatore dell’Osservatorio Falcone-Borsellino, e Franco Rosito, presidente del Circolo della Stampa cosentino.

In occasione dell’evento è stato presentato il libro di Antonino Di Matteo, scritto col giornalista Saverio Lodato, dal titolo “Il Patto Sporco” (Chiarelettere) sul processo più emblematico della storia d’Italia – dopo il maxiprocesso (1986-1992) e quello ad Andreotti (1993-2004)- raccontato dal suo principale protagonista.

«Siamo qui – ha concluso il presidente Rosito – per esaltare i valori della legalità e gli uomini che si battono per affermarla. Proprio in nome della legalità e dei diritti, il Circolo della Stampa proseguirà, lungo il corso dell’anno, con le iniziative volte a sensibilizzare, soprattutto i più giovani, su tematiche spinose e di stringente attualità. Oggi non solo abbiamo seminato ma anche raccolto importanti insegnamenti».