Domenico Tallini

Mezz’ora circa – subito dopo la sua elezione a porte chiuse – l’intervento in Aula del neo Presidente del Consiglio regionale Domenico Tallini, che ha esordito asserendo: “Non mi ero posto questo obiettivo, né l’ho reclamato. Ma quando c’è stata la chiamata alla responsabilità ho accettato la sfida”.

Molte le questioni, d’attualità e di prospettiva, su cui il neo Presidente si è soffermato.

Dalla pandemia al regionalismo che quest’anno compie (assieme ai ‘Fatti di Reggio’ e allo Statuto dei lavoratori) mezzo secolo: “E’ una ricorrenza importante che, una volta passata l’emergenza, bisognerà utilizzare per fare una riflessione sul regionalismo in Italia che è stato un elemento di modernizzazione, di coinvolgimento delle realtà territoriali, di forte rottura con l’impianto di uno Stato centralizzato e lontano dalle popolazioni.

Ci sono stati errori – ha detto – ritardi, storture, ma l’assetto regionale della Repubblica Italia è una conquista irrinunciabile. Si tratta semmai di modernizzare il ruolo delle Regioni, renderle più autonome all’interno di un sistema solidale che assicuri a tutti gli italiani le stesse opportunità. Occorre aprire una stagione nuova del regionalismo che corregga gli errori, gli squilibri tra i territori, le penalizzazioni per il Meridione, adeguando le Regioni ai cambiamenti tumultuosi della società e fornendo ad esse gli strumenti per competere ad armi pari”.

A proposito di federalismo e autonomia regionale: “Si ripartirà dalla mozione approvata all’unanimità dal Consiglio a gennaio dello scorso anno con l’obiettivo di realizzare un federalismo solidale che da un lato assicuri i livelli essenziali in materie come la sanità, l’istruzione, e dall’altro esalti l’autonomia regionale nei campi dell’ambiente, della cultura, del turismo, dell’agricoltura, delle energie rinnovabili”.

Il presidente Tallini non ha tralasciato “l’esigenza di riorientare”, alla luce degli effetti della pandemia, “il modello di sviluppo economico puntando sulla bio-economia, l’economia circolare, le bio-tecnologie, la rivoluzione digitale che impatta sul turismo, sull’agricoltura, sull’artigianato, sulla cultura”. A tal proposito ha spiegato: “Il l sole, il vento e anche il mare possono diventare fonti inesauribili di energie pulite e rinnovabili. Le applicazioni digitali possono trasformare l’agricoltura tradizionale in ‘agricoltura di precisione’ e l’artigianato tradizionale in ‘artigianato in 3D’. Il turismo dovrà cambiare volto e puntare sulla sicurezza e sulla salubrità dei luoghi. Dalla crisi la Calabria può trarre grandi opportunità”.

Sulla pandemia: “Il mio pensiero commosso va ai nostri morti e alle loro famiglie, agli ammalati, ai medici, agli infermieri, agli operatori sanitari, ai volontari, agli addetti ai servizi essenziali, alle forze dell’ordine che combattono quotidianamente, ormai da diverse settimane, una battaglia difficile per il contenimento del virus. Esprimo il mio apprezzamento per la determinazione, la serietà e l’autorevolezza con cui la Presidente della Regione sta affrontando tale emergenza che si inserisce in un contesto di generale fragilità del nostro sistema sanitario, ridotto allo stremo da anni di tagli e di politiche ragionieristiche dei Commissari nominati dai Governi. La battaglia è ancora lunga, lo sappiamo, ed ognuno è chiamato a fare la sua parte”.

Ha assicurato “come primo atto l’insediamento delle due commissioni più impegnate su questo fronte: la Commissione sanità e la Commissione Bilancio alle quali chiederò uno sforzo straordinario per licenziare i provvedimenti che tutti si attendono. Il bilancio rappresenterà per tutte le forze politiche un banco di prova. Si tratterà di predisporre i primi strumenti per la ripresa sociale ed economica della nostra regione, anche in relazione alle misure contenute nel decreto Cura Italia”.

Ancora: “Quando finirà l’incubo della pandemia, niente sarà più come prima. Ci ritroveremo in un mondo diverso in cui tutti i rapporti politici, sociali ed economici saranno cambiati. Cambierà anche il rapporto tra il Nord e il Sud del nostro Paese. Dovremo essere capaci di trasformare in un punto di forza l’interconnessione che sembra emergere tra la diffusione della malattia, l’inquinamento e la densità demografica”. Ad avviso del presidente Tallini: “Dovremo ripensare al nostro modello di crescita, scegliendo con convinzione la strada di uno sviluppo eco-compatibile che valorizzi al massimo un turismo che inevitabilmente cambierà pelle e la produzione di cibi biologici e prodotti artigianali legati alle antiche tradizioni.

I nostri Parchi – ha aggiunto – le nostre Riserve naturali, le nostre coste dovranno essere il grande ‘scrigno verde’ da cui fare scaturire progetti, idee e programmi per un sistema economico che guardi ai profondi cambiamenti che ci attendono. Tracce importanti di questa impostazione si intravedono già nel programma di governo della presidente Santelli e sarà importantissimo l’apporto che questo Consiglio regionale potrà dare attraverso una legislazione di qualità che, partendo dai bisogni reali, introduca nel sistema- Calabria le innovazioni necessarie”.

Non ha tralasciato critiche all’utilizzo nell’amministrazione della cosa pubblica dei commissari: “A questo Consiglio regionale è affidato il compito di affermare la supremazia etica e rappresentativa della politica, contribuendo a superare la cultura del commissariamento che ha inondato in questi anni le istituzioni e gangli essenziali della vita sociale della Calabria, peraltro senza l’ottenimento di risultati significativi.

Dovremo tentare di incidere più in profondità sul terreno dell’autoriforma dell’Istituzione e sulla semplificazione delle procedure amministrative, combattendo le lentezze e le inadempienze di una burocrazia che in molti casi appare essere non amica ma nemica della Calabria. Un vero ostacolo allo sviluppo”. Riprendendo uno temi che hanno connotato la sua esperienza politica, Tallini ha insistito sulla gravità del “divario esistente tra le aree più ricche del Paese e il Meridione.

Alla popolazione del Sud, che rappresenta il 34,3 % dell’intera popolazione italiana, arriva il 28,3% della spesa pubblica. Alla popolazione del Nord, che rappresenta il 65,7% dei cittadini italiani, arriva il 71,7%. Tradotto in risorse, significa che al Meridione vengono sottratti 61 miliardi di euro all’anno di sola spesa pubblica. Nell’arco di dieci anni, il Sud è stato privato di qualcosa come 600 miliardi di euro che avrebbero inciso profondamente sulla qualità della vita e sull’occupazione. E’ stato un meccanismo perverso che ha calcolato i trasferimenti statali in base alla spesa storica e pertanto le Regioni più ricche sono diventate sempre più ricche e quelle Meridionali sempre più povere”.

Che fare? “Una volta superata l’emergenza occorrerà aprire una forte vertenza con lo Stato per un riequilibrio nella distribuzione delle risorse e per un regionalismo che non sia una secessione mascherata”. Su questo versante, ha puntualizzato, “Il Consiglio regionale sarà protagonista di questo grande confronto e non mancherà di elaborare una sua proposta originale da sottoporre all’attenzione del Parlamento, del Governo e delle forze politiche”.

Un parte dell’intervento è stata dedicata alla città di Reggio Calabria sede del Consiglio: “Tra gli impegni che mi sento di assumere per Reggio Calabria c’è quello di rilanciare l’iniziativa e le funzioni della Conferenza Interregionale Calabria-Sicilia per il coordinamento delle politiche dell’Area dello Stretto, perché sono convinto che un’alleanza strategica tra le due Regioni possa portare a processi virtuosi nei settori del turismo, dei trasporti, della cultura, dei servizi, con enormi benefici per le due sponde”.

Sulle difficoltà dei comuni calabresi:

“Vogliamo avere con il sistema delle autonomie locali un rapporto immediato e pertanto cercheremo di riempire di nuovi contenuti il ‘Consiglio delle Autonomie Locali’, andando oltre l’attuale funzione di mero parere sugli atti del Consiglio”. Dopo aver rivolto “un ringraziamento e un saluto alla magistratura e alle forze dell’ordine”, ha garantito che “Non abbasseremo la guardia sul terreno della legalità e del contrasto alla mafia che riteniamo prioritario e indispensabile per ogni politica di sviluppo della Calabria. Studieremo ogni possibile iniziativa legislativa per combattere l’ingerenza della criminalità organizzata nella vita politica, sociale ed economica della Calabria. Ringrazio anche il mondo della Chiesa, in testa la Conferenza Episcopale Calabra, per il ruolo che svolge in questa battaglia, scuotendo le coscienze e richiamando tutti noi all’assunzione di responsabilità”.

Ha insistito sulla necessità di “dedicare molte delle nostre energie alla ricostruzione dell’immagine migliore della Calabria, spesso deturpata da fenomeni inquietanti, ma spesso anche vittima inconsapevole di inaccettabili pregiudizi e luoghi comuni. Dovremo farlo intanto dando l’esempio di un’Assemblea regionale produttiva, che licenzia buone leggi. E valorizzando le nostre stupende risorse naturalistiche, i siti storici e architettonici, le nostre tradizioni millenarie, la nostra cultura che affonda le sue radici nella Magna Graecia. Individueremo tutti assieme le azioni di mettere in campo per ricollocare la Calabria in Europa e al centro del Mediterraneo, facendola uscire dalla dimensione periferica e marginale a cui è stata relegata per decenni.

Dovremo contribuire a ricostruire la reputazione della Calabria in Italia, in Europa e nel mondo”. Inoltre, sull’informazione: “Una mano ce l’aspettiamo dal complesso mondo dell’informazione che anche in Calabria risente di trasformazioni tecnologiche e professionali impressionanti per la loro velocità. Ci aspettiamo critiche severe e stimoli, ma anche un contributo per valorizzare le cose positive che andremo a realizzare. Interverremo per un potenziamento del sistema dell’informazione calabrese, soprattutto nel campo dell’innovazione tecnologica e delle nuove frontiere del web”.

 

La ricorrenza del 50esimo anniversario dello Statuto dei Lavoratori, lo ha indotto a soffermarsi sulla “madre di tutte le battaglie in Calabria”: il diritto al lavoro: “Se non riusciremo ad invertire la tendenza alla desertificazione del nostro tessuto economico, se non metteremo un freno alla fuga dei cervelli, se non daremo a tutti i nostri ragazzi la speranza di un’opportunità, se non valorizzeremo il ruolo delle nostre Università, se non modernizzeremo i settori portanti della nostra economia, la nostra funzione sarà inutile. La Regione, da sola, non può farcela. Diventa essenziale una regia unica che metta attorno ad un tavolo il Governo, il Parlamento, le Aziende di Stato, il mondo dell’imprenditoria italiana, il sindacato, l’insieme delle Autonomie Locali”.

Indicazioni specifiche:

“Abbiamo bisogno di ridurre drasticamente le importazioni e incentivare il consumo dei prodotti calabresi, anche sulla base di studi e ricerche mirate da affidare alle Università. Dobbiamo utilizzare al meglio la dotazione di fondi comunitari, sia recuperando le quote non spese – e in questi giorni c’è stata un’apertura dall’Unione Europea che ha consentito all’Italia di non restituire 11 miliardi di euro – sia utilizzando al meglio il Programma di Politiche di Coesione 2012- 2027 che contiene almeno tre ‘tavoli’ di straordinario interesse per la Calabria”. Infine, l’auspicio a “privilegiare le cose che ci uniscono. Solo un’azione sinergica tra Consiglio e Giunta potrà portare i risultati sperati.

L’esperienza della presidente Santelli nelle aule parlamentari – dove ha esercitato sia ruoli di maggioranza che ruoli di opposizione – è una garanzia in tal senso. Un lavoro immane ci attende e forse basterebbe realizzare solo una parte delle cose che ho detto per fare ripartire la nostra terra”.

 

image_pdfDownload pdfimage_printStampa articolo