L‘assessore regionale ai trasporti Roberto Musmanno è intervenuto nel merito del nuovo finanziamento per il Trasporto Pubblico Locale.

“La notizia apparsa oggi sugli organi di stampa – dichiara Musmanno – circa la disponibilità di 167 milioni di euro per la Calabria per il Trasporto Pubblico Locale è in realtà una “non notizia”. Niente di straordinario. Nulla di nuovo. Ciò che viene annunciato come un nuovo finanziamento per il Trasporto Pubblico Locale è in realtà la firma del decreto interministeriale che, come ogni anno, ripartisce tra le regioni il Fondo Nazionale Trasporti.

La ripartizione del Fondo è attività che impegna il Ministro dei Trasporti esattamente come è avvenuto lo scorso anno e l’anno precedente e l’anno precedente ancora, a partire dal 2013. È prassi, è normale amministrazione. Ogni anno il Fondo Nazionale Trasporti viene ripartito allo stesso modo tra le Regioni come contributo ai costi per il sistema di Trasporto Pubblico Locale. Alla Calabria da sempre tocca una quota pari al 4,28% del totale.

Dunque ci si chiede: dov’è la notizia? Nessuna percentuale è variata. Neanche un euro è stato aggiunto.

Appare inoltre fuori luogo – prosegue l’assessore – e chiaramente frutto di un fraintendimento l’invito alla Regione a spendere per intero le risorse. La quota del Fondo Nazionale Trasporti trasferita dallo Stato è spesa ogni anno fino all’ultimo centesimo. E non potrebbe essere altrimenti, visto che non è sufficiente a coprire i costi dei servizi di trasporto pubblico attualmente erogati. Tant’è vero che la Regione integra con fondi propri di bilancio le risorse statali.

Sarebbe stata una notizia, invece, se il Governo avesse finalmente emanato un provvedimento capace di incrementare il Fondo Nazionale Trasporti, quantomeno per adeguarlo al tasso di inflazione, del quale è obbligatorio il riconoscimento nei contratti di servizio. Ogni anno la Regione è obbligata per legge ad aumentare in proporzione all’inflazione i compensi pagati alle aziende che effettuano i servizi di trasporto. A fronte di questo aumento di costi, però, la Regione riceve dallo Stato sempre la stessa cifra, se non addirittura ridotta a seguito di tagli imposti a livello nazionale. Una situazione insostenibile a medio-lungo termine.

Sarebbe stata una notizia, se il Ministro avesse accordato l’incontro richiesto dalla commissione Infrastrutture, Mobilità e Governo del Territorio della Conferenza delle Regioni, su iniziativa della Regione Calabria, per discutere delle proposte di modifica dell’art. 27 dal decreto legge 50/2017, che detta le nuove percentuali della quota variabile del Fondo Nazionale trasporti. La quota variabile del fondo crescerà negli anni dal 10 percento attuale, fino al 40 percento. Tale quota è attribuita in base al conseguimento di obiettivi di efficienza del sistema di trasporto. In linea di principio ciò è condivisibile, ma si sottovaluta il fatto che il servizio di trasporto pubblico ha una componente sociale: il collegamento in autobus da Bruzzano a Brancaleone, su cui viaggiano 3 studenti al giorno, va mantenuto o sacrificato in nome dell’efficienza? Sono problemi come questi che affliggono la Calabria, che ha un milione e novecentomila abitanti e 404 comuni. A fronte, ad esempio, di regioni come la Puglia che hanno la metà dei comuni e il doppio della popolazione (e riescono quindi a servire molte più persone con molti meno collegamenti).

Garantire servizi di trasporto efficienti in Calabria, con una popolazione sparsa sul territorio, è molto più costoso che altrove.

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