Natale Mazzuca

Unindustria Calabria è contraria alla riforma della Class action attualmente in discussione in Parlamento – dichiara il presidente dell’Associazione Natale Mazzuca – perché così come formulata si presenta come una proposta connotata da cultura anti-industriale perché espone le imprese al rischio di diventare vittime predestinate delle azioni di classe”.

In particolare la riforma in discussione, secondo gli industriali, vedrebbe l’introduzione di incentivo alla litigiosità, la retroattività delle nuove normative, l’ampliamento dell’ambito di applicazione, la modifica della procedura di adesione da parte dei singoli. “Il provvedimento – dice Mazzuca – esporrebbe le aziende italiane e i loro lavoratori a gravi rischi, con benefici per i consumatori sostanzialmente risibili.

Il nostro appello va ai parlamentari, di maggioranza e di opposizione, affinché lavorino per modificare il testo che, così come attualmente presentato, rischia di convertire l’azione di classe da meccanismo di tutela in strumento di affari, di far aumentare in maniera vertiginosa ed indiscriminatamente i contenziosi e, nella parte riguardante il compenso, ha un’evidente intento punitivo nei confronti delle imprese.

Queste ultime saranno messe nelle condizioni di subire ricatti di ogni tipo perché di fatto si legittimano associazioni di ogni tipo ad agire per conto di singoli senza averne il diritto. Sebbene la Costituzione preveda la sola titolarità del singolo ad agire se danneggiato, con questo provvedimento si consentirebbe la possibilità di agire come soggetto collettivo ad associazioni da individuare, senza stabilire alcun parametro in termini di rappresentatività. E contrariamente agli ordinamenti di altri paesi non si definisce la platea nei cui confronti l’eventuale provvedimento del giudice produrrà effetti».

Grande preoccupazione viene espressa dal presidente Mazzuca anche per la previsione di retroattività perché le imprese, secondo questa norma, potrebbero essere esposte a contenziosi di classe anche per fatti accaduti 10 anni prima. “Non siamo contrari a intervenire sulle norme attuali – sottolinea Mazzuca –  ma abbiamo rilevato alcune criticità molto chiare che sono rimaste finora irrisolte e che fanno riferimento a questioni di portata generale e di buon senso”.

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