Banche, piccole imprese e famiglie: rapporto sempre pił difficile

Dai primi dati che stiamo ricevendo da un’indagine nel nostro sistema nel sud sulla situazione del sistema produttivo nell’analizzare il rapporto banca-impresa viene fuori un quadro veramente desolante e preoccupante che tocca non solo la nostra Regione ma un po quasi tutto il Mezzogiorno che, più delle altre zone del nostro Paese, sente i morsi di una crisi che è divenuta veramente destabilizzante.

Un primo dato molto negativo è quello di un distacco netto tra banca e impresa, nella fattispecie imprese artigiane e commerciali piccole come se queste entità non dovessero più interloquire col sistema finanziario, lasciate veramente sole a se stesse.

Una situazione per un certo verso indescrivibile, nei territori come i nostri, dove comunque, al di là dei formalismi, il rapporto tra il piccolo imprenditore e il suo istituto bancario di riferimento, negli anni scorsi è stato sempre abbastanza stretto e sinergico.

Oggi assistiamo a un’indifferenza netta col risultato aberrante di vedere artigiani e piccoli imprenditori soli con le loro difficoltà, addirittura qualcuno è stato lasciato morire proprio perché non aveva le capacità finanziarie di far fronte ad impegni con la cosa pubblica e con il sistema creditizio che evidentemente pensa di vivere su un altro pianeta e di poter fare quello che più gli aggrada.

Registriamo infatti attività bancarie anomale come quelle di alcuni istituti di credito (SU LORO RICHIESTA) che aumentano gli affidamenti a quelle imprese restie a richiederli perchè non né hanno bisogno, infatti non utilizzano poi il credito concesso, nel mentre a tantissime imprese e famiglie bisognose, perchè in quel momento hanno previsto piani di rilancio o di investimenti o per far fronte ad impegni pregressi, il nostro sistema creditizio che da? Chiude le linee creditizie dalla sera alla mattina. Uno strapotere non più condivisibile e sopportabile. Evidentemente per giustificare gli aiuti che sono arrivati a iosa dalla BCE, questi crediti sono concessi probabilmente solo e esclusivamente per giustificare le risorse in arrivo dall’Europa e impegnati di fatto senza alcun rischio concreto.

Occorre da subito una norma che impedisca tassativamente alle banche di chiudere linee creditizie dalla sera alla mattina, la situazione impone una vera moratoria e il sistema creditizio, che è divenuto il vero e solo usufruitore delle manovre della BCE, non può più comportarsi come se nulla fosse, lo stesso dicasi per gli enti statali preposti agli incassi, situazioni incagliate da anni non possono essere risolti solo con una semplice rateizzazione senza tener conto delle reali potenzialità di rimborso.

Non vorremmo si puntasse a far scomparire tutto il nostro piccolo tessuto produttivo basato principalmente sull’artigianato e il mondo della piccola impresa per lasciare alle grandi aziende campo libero nel poter fare quello che vogliono. Speriamo sia solo un nostro cattivo pensiero, ma i comportamenti nei confronti delle PMI la dicono lunga.

Una Regione come la nostra con non solo con il più basso reddito pro capite, ma con una popolazione messa allo stremo, al limite della quasi totale povertà, il tessuto produttivo và sostenuto concretamente, le statistiche di affidamenti concessi ad aziende di fatto facoltose, è un’ulteriore offesa a quell'esercito di partite iva e lavoratori autonomi, impegnato sul fronte quotidiano della resistenza alla crisi che ogni mattina si alza in silenzio e apre le serrande dei propri esercizi, assicurando il lavoro per loro e per i tantissimi dipendenti e collaboratori.

Non possiamo più far finta di niente e continuare come se nulla fosse.

Se il sistema bancario, ribadiamo unico vero usufruitore degli aiuti della BCE, non cambia modus operandi, basta con comportamenti unilaterali e non concordati, non servirà nemmeno questa o quella misura regionale o nazionale a fondo perduto e quant’altro perché poi sarà difficile realizzare qualsiasi programma se il sistema continua su questo trend. L’attenzione va spostata da subito proprio sul sistema finanziario, la politica dovrebbe adottare delle misure serie e concrete per garantire la giusta attenzione proprio a quelle economie fragili come le nostre, in caso contrario si prospetta un vero default generale a favore di quel capitalismo che guarda solo ed esclusivamente agli interessi non certo delle nostre imprese e famiglie.

 

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