Agricoltori in piazza: Mobilitazione per “non morire di credito” In arrivo a Catanzaro decine di pullman da tutto il Sud

Domani, giovedì 5 Maggio, a partire dalle ore 9.00 gli agricoltori calabresi si riuniranno a Catanzaro nella Cittadella regionale in località Germaneto per denunciare l'immobilismo delle istituzioni sul primo settore


In piazza per chiedere il pagamento delle spettanze per la Pac 2015 e la risoluzione dei contenzioni del 2014, ma anche più attenzione verso i gravi problemi irrisolti del settore agricolo italiano: burocrazia, prezzi all’origine, embargo Russo e consumo del suolo. Sono gli agricoltori italiani aderenti a Cia, Confagricoltura e Copagri che domani giovedì 5 maggio, sotto lo slogan provocatorio “Ei fu…siccome immobile” porteranno le loro legittime istanze in piazza. A Roma, Bologna e Catanzaro confluiranno produttori da tutte le regioni d’Italia, per una manifestazione che si preannuncia pacifica ma ferma rispetto alla piattaforma delle richieste da sottoporre alle istituzioni.

Gli imprenditori agricoli del Sud si riuniranno a Catanzaro alla Cittadella Regionale per una manifestazione che vedrà la partecipazione di Mario Guidi, Presidente Nazionale Confagricoltura, Alessandro Mastrocinque, Vice Presidente Nazionale Cia e Alessandro Ranaldi, Vice Presidente Nazionale Copagri. Al termine della manifestazione la delegazione incontrerà il Governatore Mario Oliverio cui verrà consegnato il documento redatto da CIA, Confagricoltura e e Copagri e quindi l'incontro con il Prefetto di Catanzaro.

Alla protesta si uniscono l'Unione Generale dei Coltivatori della Cisl, l'Associazione Italiana Coltivatori, l'Unione Coltivatori Italiani e l'Associazione Lavoratori Produttori Alimentari Ambientali.

 

CREDITI E BUROCRAZIA: CRONACA DI UNA MORTE ANNUNCIATA

Preoccupa fortemente il dato costante, nell’ultimo decennio, della chiusura delle aziende agricole: si calcola mediamente la cessazione annua di oltre 3000 attività nel nostro Paese. Per problemi di burocrazia e di malfunzionamento del sistema nazionale, più di 180 mila aziende aspettano di essere pagate per il lavoro svolto lo scorso anno. Gli agricoltori avanzano un credito da Agea per oltre 600 milioni di euro già contabilizzati nel bilancio dell’Unione Europea. Dov’è finito il 70% degli anticipi Pac annunciato lo scorso novembre come misura anticrisi?

Quanto alla burocrazia che toglie il fiato alle aziende agricole basta dare qualche cifra: tra ritardi, lungaggini, disservizi e inefficienze ogni impresa agricola produce all’anno 4 km di materiale cartaceo; per una sola pratica PSR, utilizza in media oltre 2Kg di carta; per una pratica di subentro 20 kg; “brucia” cento giornate di lavoro all’anno. Per allevare 150 vacche, spende più di 20 mila euro all’anno in adempimenti Pac

“L’agricoltura – afferma Mario Guidi, Presidente Nazionale Confagricoltura - può contribuire a dare senso e concretezza al futuro dell’Italia e dell’Europa. L’agricoltura, però, non è entità astratta e bucolica, ma una realtà di donne, uomini, aziende con storie, culture, opportunità, ma anche problemi evidenti e gravi difficoltà di reddito che meritano approfondita attenzione. Sono necessari interventi urgenti a tutti i livelli (Ue, Governo, Regioni) per superare la crisi, assicurare liquidità ed investimenti, rilanciare la competitività e porre basi solide sulle quali costruire lo sviluppo futuro”.

“Da pochi mesi – precisa Alessandro Mastrocinque, Vice Presidente Nazionale Cia - è iniziata l’attuazione di un nuovo periodo di programmazione della Politica Agricola Comunitaria - PAC (2014-2020) che impegnano risorse pubbliche (soprattutto europee, ma anche nazionali e regionali) significative. Ma ritardi, problemi burocratici, inadeguatezze degli strumenti operativi rallentano il loro utilizzo, in un generale quadro di incertezza. Gli interventi più urgenti riguardano la competitività ed i redditi, il rapporto con l’amministrazione pubblica e la tutela dell’impresa”.

“In molti settori i prezzi all’azienda sono inferiori ai costi di produzione – aggiunge Alessandro Ranaldi, Vice Presidente Nazionale Copagri - corrispondono ai valori reali degli anni 90 del secolo scorso. L’agricoltura è al centro del fenomeno della deflazione, con prezzi bassi al consumo che partono da quelli riconosciuti alle imprese agricole nelle campagne. A marzo scorso le quotazioni all’origine dei prodotti agricoli sono state mediamente dell’11,1% inferiori a quelle di marzo 2015”.

 

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