Più imprese e valore aggiunto in provincia di Reggio Calabria ma l’occupazione non ne trae beneficio

 La Camera di Commercio di Reggio Calabria pubblica come ogni anno, in occasione della Giornata dell’economia, il Rapporto sull’andamento economico provinciale per fornire un quadro riassuntivo dei principali indicatori che connotano l’evoluzione del nostro territorio.

Dopo la flessione causata dalla prolungata recessione, la ricchezza prodotta a Reggio Calabria mostra segnali di inversione di tendenza grazie al comparto manifatturiero e a quello terziario: il valore aggiunto è cresciuto del +0,4% nel 2015, dopo il +1,1% dell’anno precedente; il valore di ricchezza pro-capite si attesta a 15.457 euro, poco più della media regionale ma 1.350 euro in meno del valore pre-crisi.

Positiva, sia pur lieve, è anche la crescita del tessuto imprenditoriale: con uno stock di imprese attive pari a 44.264 unità, la provincia di Reggio Calabria nel primo semestre 2016 mette a segno un +1,7%. In ulteriore calo, tuttavia, sono le imprese artigiane (-0,7%), le più penalizzate dalla recessione degli ultimi anni. Quanto alla composizione del tessuto produttivo, il commercio rimane il settore più importante dell’economia reggina, con oltre un terzo delle imprese registrate; segue il comparto dell’agricoltura (14,8% di imprese) e quello delle costruzioni (10,7%), mentre il comparto manifatturiero rappresenta il 7,6% del totale delle imprese. Si conferma poi il ruolo delle nuove leve dell’imprenditoria: anche se le imprese straniere sono meno diffuse rispetto alla media italiana (l’8,6% del totale), le femminili (24,1%) e le giovanili (14,2%) rivestono un’incidenza particolarmente marcata.

I segnali di ripresa non hanno purtroppo ancora influenzato il mercato del lavoro locale: nel primo trimestre del 2016 gli occupati si attestano a 133 mila unità, corrispondenti ad un tasso di occupazione del 36,2%, in riduzione rispetto alla media del 2015. Del resto, dopo il lieve calo dell’anno scorso, i primi tre mesi del 2016 hanno registrato un aumento del tasso di disoccupazione, ora pari al 23,8% (quasi il doppio della media nazionale).

Le prospettive occupazionali sono particolarmente scoraggianti per i giovani: circa metà delle forze di lavoro sotto i 35 anni, infatti, risulta senza un impiego. Ciò deriva anche e soprattutto dalla difficoltà delle imprese locali di sostenere investimenti duraturi, visto il peggioramento dei rapporti con il sistema bancario. Sebbene il credito erogato in provincia sia, al primo semestre 2016, complessivamente in crescita rispetto allo scorso anno, i finanziamenti concessi alle imprese risultano in calo (-2,8%), limitati dalla crescita delle sofferenze bancarie (+4,4%), ora giunte al 36,9% dell’ammontare dei finanziamenti alle imprese.

Peraltro, la rischiosità del credito provinciale si ripercuote sul suo costo: il tasso di interesse per rischi a revoca è pari all’8,5% in provincia, e risulta particolarmente oneroso per le imprese, a cui è applicato un tasso del 9,4%, contro il 6,5% di media italiana.

Alla luce di una domanda interna flebile, si accentua il ruolo di quella proveniente dall’estero, anche se ciò si verifica solo in minima parte in provincia di Reggio Calabria. Infatti, anche se nel 2015 è aumentata la presenza delle imprese reggine sui mercati esteri, con un +10,4% dell’export provinciale, la bilancia commerciale è peggiorata, a seguito di un’espansione di maggiore entità delle importazioni (+15,1%).

Altrettando rilevanti sono i dati relativi ai flussi turistici, che in provincia costituiscono un settore fondamentale dell’economia locale. Guardando ai risultati dell’ultimo triennio il trend non è incoraggiante: nel 2015 sono stati registrati quasi 210 mila clienti in provincia, in calo del 6,9% rispetto al 2012, e un’analoga flessione interessa i pernottamenti (circa 683 mila, -6,5% in tre anni). Il 2015 ha mostrato alcuni segnali di ripresa, in buona misura confermati dai risultati del primo semestre di quest’anno, ma, anche qui, l’inversione di tendenza appare ancora un po’ incerta: i turisti stranieri risultano in aumento (2.000 in più dei primi sei mesi del 2015), ma il numero di pernottamenti (99 mila) e la spesa dei viaggiatori (6 milioni di euro) sono in calo. Si conferma poi un indice di internazionalizzazione particolarmente modesto, pari al 14,4%. L’incidenza di turisti stranieri sul totale è in aumento nell’ultimo triennio ma ancora molto lontana dalla media italiana, dove i clienti sono approssimativamente equidistribuiti tra italiani e stranieri.

In questo scenario, economicamente così fragile, si innesta l’annosa piaga dell’illegalità che peggiora le prospettive di crescita del territorio. I reati di matrice economica rappresentano, nel 2014, il 18,8% del totale dei reati denunciati: un’incidenza più elevata non solo della media italiana (14%) ma anche di quella regionale (17,8%), che colloca Reggio Calabria al 14esimo posto nella graduatoria delle province per incidenza dei reati economici. Rispetto alla media nazionale, molto diffusi sono le frodi e i delitti informatici (47,1% del totale) e i reati spia della presenza di criminalità organizzata quali minacce, estorsioni e usura (30,6%).

 

Il Rapporto 2016 sull’andamento economico della Provincia  e la nota di sintesi sono disponibile sul sito camerale www.rc.camcom.gov.it, nella sezione pubblicazioni 2016

 

 

STAMPA QUESTO ARTICOLO PER LA TUA RASSEGNA CARTACEA

 

Invia questo articolo ad un Amico

Quotidiano Economico Online www.calabriaeconomia.it