Nucera, proposta a Nichi Vendola per abrogazione riforma Fornero delle pensioni

Lanciamo a Nichi Vendola la proposta dell’abrogazione dell’ultima Riforma delle pensioni, in considerazione soprattutto delle ripercussioni negative che ha avuto anche sui giovani in cerca di occupazione, il cui inserimento nel circuito lavorativo vive oggi un enorme paradosso, quello di doversi confrontare con la richiesta di “giovani ma con esperienza”. Da un lato la cosiddetta “esperienza” non sarebbe necessaria se ci fosse un sistema si formazione al lavoro nazionale, unico, efficiente ed efficace, come abbiamo ribadito a più riprese.


Dall’altro lato però con la riforma delle pensioni targata Fornero, che ha portato all’innalzamento dei requisiti anagrafici per il diritto all’accesso dei trattamenti pensionistici dei dipendenti (fino a 66 anni per le donne e 67 per gli uomini, nei settori pubblici e privati), è di fatto più difficile per un giovane accedere al mercato del lavoro e fare “esperienza”. L’effetto immediato difatti di queste misure è intanto il fenomeno degli esodati, a cui si sta cercando di porre rimedio con continue pezze, e, per converso, uno scarso ricambio generazionale dentro le amministrazioni. Inoltre, oltre ad essere una misura socialmente iniqua, si dimostra anche fortemente recessiva poiché induce i lavoratori che si vedono catapultati in un futuro previdenziale incerto – quello di chi ha un lavoro precario, non lo trova o l’ha perduto – e distante nel tempo – quello di chi il lavoro ce l’ha ma si vede differire la possibilità di pensionamento – a non investire e quindi a rallentare i consumi. Chiediamo che venga ripristinato quel criterio di gradualità e flessibilità di uscita dal mondo del lavoro, per quel che attiene alle pensioni, che questa riforma ha definitivamente affossato. Soprattutto in relazione al Sud Italia dove forti sono i mordenti della disoccupazione giovanile e in cui si registra un’alta percentuale di dipendenti nella Pubblica Amministrazione e nel settore terziario. Dare la possibilità alle giovani generazioni ben formate di accedere al mondo del lavoro non potrebbe che apportare uno slancio di innovazione nonché una maggiore produttività, in un Paese che, nonostante le famose riforme di flessibilità, è invece sempre più ingessato in forme di precariato. Consentire accesso ai giovani al lavoro riavvierebbe i motori della nostra economia stagnante: più giovani nelle condizioni di crearsi una famiglia e degli ambiti esistenziali autonomi, attiverebbero senza dubbio un sistema di consumo virtuoso. Non solo, significherebbe migliorare con risorse nuove la pubblica amministrazione, che conta un numero di dipendenti nella media europea ma con una produttività di gran lunga inferiore. Proponiamo a Nichi Vendola, che aspettiamo prossimamente in visita nella nostra Regione, di avviare un disegno di legge per l’abrogazione dell’articolo 24 della Riforma Fornero, soprattutto per quel che riguarda il settore pubblico. Maggiore flessibilità per il pensionamento, anche nell’ottica di un patto di solidarietà generazionale, e minore precariato invece per quel che attiene all’inserimento dei giovani nel circuito lavorativo, che non devono venire abbandonati in questo processo ma guidati lungo il percorso che va dalla formazione all’occupazione.

 

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