Stasera al Marca "Anni '70 a Catanzaro"

In occasione della mostra Permanenze 1974-2014 dedicata al Gruppo Mauthausen, il museo Marca ha organizzato per stasera una grande serata evento sugli Anni ’70 a Catanzaro, un periodo cruciale per la vita artistica e culturale della città ricca di fermenti intutti i settori, dall’arte al cinema sino alla musica. “L’appuntamento al Marca vuole essere l’occasione per un grande happening delle arti dove tutte le forme della creatività si ritrovano unite per rileggere un periodo cruciale della nostra storia”, spiega Wanda Ferro, commissario straordinario della Provincia di Catanzaro. “Quel decennio non è affatto tramontato”, prosegue Alberto Fiz, direttore artistico del Marca, “e rimane vivo nella memoria dei catanzaresi come dimostra proprio l’acceso dibattito che si è sviluppato intorno al progetto installativo del Gruppo Mauthausen che inizia la sua storia nel 1971”.

In quegli anni, insomma, tutta la città era animata da uno spirito d’avanguardia e da un profondo sentimento di trasformazione che merita di essere approfondito nell’attuale contesto sociale.

Il compito di raccontare le vicende dell’arte è affidato a un protagonista di quegli anni, Mario Parentela (nel 2012 il Marca gli ha dedicato una personale) che sin dall’inizio degli anni settanta si è distinto per una ricerca sperimentale e multidisciplinare ponendosi in relazione con i movimenti più innovativi, dalla Pop Art alla Poesia Visiva. La sua Catanzaro si riflette con ironia anche in Ego, un film sperimentale del 1974 dove compare un signore, l’artista stesso, con le labbra sigillate. Le riflessioni teoriche sull’arte sono affidate al critico d’arte veneziano Toni Toniato che tra il 1969 e il 1975 anima il clima culturale della città con una serie di mostre e conferenze al Circolo dell’Unione inaugurando la programmazione proprio con Mimmo Rotella. Non manca, poi, un’analisi sul cinema affidata a Eugenio Attanasio, Presidente della Casa del Cinema-Cineteca della Calabria che introduce il suo intervento riproponendo Gli undici immigrati, uno storico documentario di Gianni Amelio, il più celebre tra i registi catanzaresi che alla fine degli anni sessanta racconta del paradosso per cui, in una città di emigrati, gli unici immigrati, sono i giocatori del Catanzaro. Il calcio, del resto, non è affatto un elemento da sottovalutare e non c’è dubbio che la promozione della squadre in serie A avvenuta nel 1971 abbia avuto un forte impatto sociale. Ma Attanasio racconta anche della città dei cineforum e delle nove sale cinematografiche che oggi, nell’era di internet, ci sembrano un sogno. Fondamentale anche l’apporto della musica analizzato dal critico Piergiorgio Caruso e da Ulisse alias Pino Ranieri, il più celebre cantante e musicista catanzarese di allora con il suo mitico complesso Ulisse e le ombre, un punto di riferimento per la beat generation. Ma intorno a Ulisse tutta la città suonava e sulla scia dei Beatles e dei Rolling Stones, esistevano oltre cento complessi giovanili.

Al Marca, poi, non manca la la musica dal vivo e i ’70 vengono riproposti dalla Big Noise Band il cui cantante Antonio Lasalvia è noto come Elvis. Sempre per non dimenticare quegli anni.

 

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