Apprendo della costituzione in corso d’opera del comitato “Per il Tfr del Consorzio di bonifica” per far luce sul perché i pagamenti siano bloccati dal 2016 e sul perché durante questo periodo di tempo siano stati pagati alcuni Tfr mentre molti altri siano ancora in attesa dopo lunghi anni. I referenti del comitato raccontano dello scaricabarile ancora in atto tra il consorzio di bonifica di Trebisacce e la Regione Calabria sulle responsabilità di questo vero e proprio scempio di cui stanno pagando le conseguenze sia i lavoratori alle dipendenze dell’ente consortile, che non ricevono lo stipendio da mesi, sia gli operai ormai in pensione da anni, che non riescono ad ottenere il proprio Tfr.
Il fatto che questi enti consortili continuino ad andare in difficoltà uno dopo l’altro, o non riescano a uscire dalla crisi, è chiaro indice del fatto che il sistema consorzi in Calabria non funzioni e, soprattutto, non operi affatto come dovrebbe e, oltre a non proteggere i propri dipendenti, mette a rischio il lavoro di imprenditori e agricoltori. È inutile anche che i consiglieri regionali di tutti gli schieramenti politici cerchino di usare la disperazione degli utenti e dei pensionati in attesa di Tfr per trasformali in bacini di voti perché ormai la cosa non attacca e gli operai sono al limite. Piuttosto operino insieme per rivedere la relativa legge regionale e intervenga quanto prima perché questa situazione non è più procrastinabile. Nel 2017 presentammo, proprio a Corigliano-Rossano, una Proposta di legge di iniziativa popolare, accompagnata da ben 8mila firme, che ne prevedeva la riforma dei consorzi di bonifica. Già allora chiedevamo massima trasparenza nei bilanci perché prevedevamo quello che di lì a poco sarebbe successo. Cinque anni dopo ci troviamo a fare i conti ancora con gli stessi problemi: se ci si fosse mossi per tempo avremmo evitato questa grave crisi alla quale oggi assistiamo.
Credo che ora sia giunto il momento di mettere da parte le autocelebrazioni e riprendere in mano la suddetta proposta di legge partendo proprio dalla definizione. Lo ribadisco come ho già fatto in passato: questi enti consortili dovrebbero essere solo consorzi irrigui, come lo sono al Nord, fornendo però un serio servizio senza le criticità attuali e non più di bonifica.
Se non avverrà questo a settembre ci troveremo davanti ad uno stop delle attività del Consorzio, così come annunciato da operai e pensionati, un blocco scongiurato in queste settimane al fine di evitare di creare danni agli associati considerato lo stato di crisi e di siccità globale. Aggiungo, infine, che mentre il Consorzio di Bonifica Integrale dei Bacini dello Ionio Cosentino non è in grado di tutelare i propri dipendenti, il Ministero dell’Agricoltura, con la prima lista di progetti ammissibili con fondi del Pnrr, gli destina 10 interventi finanziabili saranno del per un totale di circa 160 milioni di euro totali. Una matassa ancora più difficile da sciogliere perché non è chiaro se questi fondi andranno a risolvere le vere criticità di lavoratori e associati o se verranno destinati ad altri fini. Chiedo, pertanto, che Ministero e Regione verifichino anche il corretto utilizzo di questi fondi.