In relazione alla procedura per investire nello scalo aeroportuale di Crotone 9 milioni di euro per oneri di continuità territoriale, l’on. Elisabetta Barbuto ha assunto una posizione strumentale, fondata sulla scarsa conoscenza delle procedure o sulla malafede.
L’on. Barbuto distorce il quadro normativo ed i profili delle competenze istituzionali dimostrando una buona dose di faziosità.
E dunque ricordiamo all’on. Barbuto – in quanto non lo sa, finge di non sapere o comunque non dice – che:
- le funzioni amministrative in materia di servizi di trasporto aereo che non interessano il territorio di una sola Regione sono di competenza esclusiva dello Stato (vada l’on. Barbuto a leggere l’art.104 c.1b del Decreto Legislativo 112/98 e I’art.3 del Decreto Legislativo 422/97);
- l’aeroporto di Crotone è aeroporto di interesse nazionale inteso quale nodo essenziale per l’esercizio delle competenze esclusive dello Stato (vada l’on. Barbuto a leggere l’art.1 del Decreto del Presidente della Repubblica 201/2015 e l’art.698 del Codice della Navigazione);
- l’aeroporto di Crotone è stato affidato dallo Stato, nell’articolazione dell’Ente Nazionale Aviazione Civile, in gestione totale trentennale alla SACAL – che dunque tecnicamente è un concessionario di Stato – e che è tenuta a definire e attuare le politiche commerciali per lo sviluppo dell’aeroporto, anche in relazione alle esigenze del bacino di traffico servito (vada l’on. Barbuto a leggere l’art.2 c.6 della Convenzione di gestione sottoscritta tra ENAC e SACAL Prot.88641 del 4.9.2017);
- il procedimento di imposizione di oneri di servizio pubblico è in capo al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti così come sono in capo al governo nazionale le risorse finanziarie assegnate dalla Legge finanziaria 2019 (vada l’on. Barbuto a leggere l’art.36 della Legge 144/99 e l’art.1 c.133 della Legge 145/2018);
- la procedura per l’imposizione di oneri di servizio pubblico prevede questi passi “…Il procedimento inizia con lo stanziamento dei fondi necessari per finanziare un collegamento aereo che è ritenuto di rilevanza sociale attraverso una legge finanziaria, oggi legge di stabilità (cfr. nel caso di specie Legge 145/2018). Sulla base dei fondi stanziati l’ENAC, in particolare la Direzione Sviluppo Trasporto Aereo, predispone uno studio basato su una stima dei costi necessari per lo svolgimento della rotta e dei possibili conseguenti ricavi derivanti dall’esercizio della rotta stessa. Lo studio viene portato in Conferenza dei servizi e sottoposto al vaglio delle istituzioni coinvolte che normalmente sono rappresentate dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, in qualità di Stato Membro coinvolto, dalla Regione o dalla Provincia Interessata, quale portatore dell’interesse del territorio e dall’ENAC, quale autorità tecnica preposta alla regolazione e al controllo del settore aereo…. (vada l’on. Barbuto a leggere la Circolare ENAC EAL-20 “Oneri di servizio pubblico” del 20/12/2012 ed in particolare il punto Procedura);
- non è precluso l’intervento tecnico dei territori – nella più ampia accezione degli Enti territoriali tutti incluso anche evidentemente il gestore aeroportuale – nel momento antecedente alla convocazione della Conferenza dei servizi per la definizione dei collegamenti aerei su cui imporre gli oneri di servizio pubblico, intervento cui il quadro normativo di riferimento attribuisce ricorrenza Quanto precede evidentemente in ragione del fatto che i contributi e le valutazioni necessarie sono invece in capo agli organi dello Stato titolari delle funzioni amministrative in materia di trasporto aereo (vada l’on. Barbuto a leggere il diagramma illustrativo della procedura riportato nella richiamata Circolare ENAC EAL-20 “Oneri di servizio pubblico” del 20/12/2012 “Eventuale studio di mercato su rotta in esame a cura del “Territorio”);
- gli organismi comunitari sono titolati a valutare i provvedimenti Ministeriali di imposizione di oneri di servizio pubblico, sindacato evidentemente esercitato nei riguardi dello Stato membro nell’articolazione che, sulla base della legislazione nazionale, adotta i medesimi provvedimenti e dunque il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Il quadro normativo sopra sintetizzato – che l’on. Barbuto, deputato membro della Commissione Parlamentare Trasporti della Camera pretende di disconoscere o comunque di non assumere a base delle sue disquisizioni sull’argomento – chiarisce bene ruoli, competenze e responsabilità in materia. E ciononostante l’on. Barbuto – che si professa paladina di obiettività e censore di posizioni faziose e strumentali – non trova di meglio da fare che attaccare l’istituzione regionale e sostenere a spada tratta la posizione Ministeriale di attesa dei contributi tecnici che lo stesso quadro normativo di riferimento riconosce come “eventuali”. Posizione di attesa che è in realtà ben distante dal contesto di forti impulsi Ministeriali descritto dall’on. Barbuto.
La Regione, da parte sua, ha inteso mantenere fin dall’inizio una posizione di ampia collaborazione sulla questione, posizione che, comprendiamo, si presta ad essere utilizzata per uno strumentale ribaltamento di ruoli e competenze fissati dalle norme sopra richiamate.
Infatti la Regione, a seguito di una prima trasmissione di atti che sembrava soddisfare quanto richiesto nelle precedenti interlocuzioni, si è vista recapitare una richiesta di effettuazione di “studi dettagliati e motivati di domanda di trasporto aereo per i collegamenti dall’aeroporto di Crotone” che appare piuttosto orientata alla ricerca di sostegno tecnico a posteriori della scelta operata con legge dello Stato di finanziare la continuità territoriale da Crotone. Scelta che, a questo punto, non è dato comprendere come non sia stata supportata tecnicamente in via preventiva dai competenti organi dello Stato.
La Regione ha, per mero senso di responsabilità e animata dal prioritario obiettivo di garantire il diritto alla mobilità ai cittadini crotonesi, offerto la propria disponibilità a redigere lo studio sulla domanda di trasporto, nonostante questa incombenza sia di esclusiva competenza degli organi dello Stato, degli Enti suoi vigilati e/o dei suoi concessionari.
L’on. Barbuto – che si prodiga nel censurare ritardi, inerzie ed inefficienze della Regione – non solo non si rivolge ai veri responsabili, ma non comprende che gli studi che la Regione sta comunque completando necessitano di un tempo di produzione non limitato e che la Regione sta facendo fronte con le competenze presenti all’interno della Giunta regionale – quelle competenze che l’on. Barbuto sembra invece denigrare – atteso che le risorse finanziarie destinate allo scopo sono invece attribuite proprio all’organo Ministeriale che si è collocato in posizione di attesa di ottenere da terzi sostegno tecnico alle scelte che in realtà dovevano essere di propria competenza.
Più in generale, è bene che l’on. Barbuto sappia che, non più di tre anni fa, in Calabria c’era una gestione frammentata del sistema aeroportuale con due società di gestione in procedura fallimentare o di messa in liquidazione e che, in particolare, lo scalo di Crotone è stato chiuso.
Oggi possiamo parlare di altro e, se l’on. Barbuto vuol dare un contributo nell’interesse della comunità crotonese, si dia da fare presso i suoi referenti del Governo.