Se non vi è alcun dubbio che sarà quello turistico il settore nazionale maggiormente colpito dalle conseguenze dell’emergenza Covid-19 (con stime di meno 15 mld di turisti extra europei, meno 90% del traffico passeggieri negli aeroporti e meno 74% di presenze straniere in alta stagione) è a maggior ragione auspicabile che da un’attenta valutazione sull’ipotesi di bonus vacanze in discussione al Ministero per i Beni Culturali insieme, soprattutto, a misure immediate e concrete di detassazione e di agevolazione fiscale per tutto il comparto, possano derivare importanti segnali di necessaria ripresa. C
iò vale per il sistema turistico domestico italiano nel suo complesso ma in modo particolare per quello di prossimità, per i centri minori e l’entroterra di quell’Italia che fino ad oggi ha contato di meno in tema di turismi.
È quanto dichiara Pina Amarelli, Presidente del Museo della Liquirizia Giorgio Amarelli di Corigliano-Rossano intervenuta nei giorni scorsi, tra i diversi momenti di confronto sulla governance della fase post-emergenziale ai quali è chiamata a partecipare in call conference, al Consiglio Nazionale di MuseImpresa, promossa da Assolombarda e Confindustria.
Tra i tanti dati che in queste settimane ci vengono forniti – continua – ne cito uno particolarmente interessante: da un sondaggio di Confturismo-Confcommercio, realizzato in collaborazione con SWG, è emerso che la metà degli intervistati dichiara di voler fare una vacanza appena l’emergenza sanitaria finirà e l’83% degli italiani la farà in Italia. Ora, se come riferisce un report di World Capital anticipato nei giorni scorsi da Il Sole 24 Ore, se le grandi città italiane nelle quali il turismo internazionale è quello considerevolmente più sviluppato di quello nazionale potrebbero essere purtroppo quelle più colpite dalla pandemia diventa allora di tutta evidenza – aggiunge – che la partita potrà e dovrà essere giocata nelle e dalle destinazioni turistiche locali, quelle spesso meno battute da tour operator e grandi flussi. Una sfida nuova e delicata nella quale – chiarisce la Amarelli – la Calabria esperienziale dei centri storici e quella emozionale dei tanti marcatori identitari distintivi, anche alla luce dell’immagine pulita e più attrattiva derivante dal riuscito contenimento del contagio rispetto ai drammatici numeri di altre regioni, può e deve dare il meglio, in termini di preparazione, misure, progettazione e capacità di fare rete tra i territori.
Massima attenzione dovrà essere tuttavia destinata alla questione sicurezza, preparandoci tutti sin da ora in attesa delle misure di distanziamento sociale che scandiranno l’annunciata fase 2 e che toccheranno la vita di tutte le aziende, segnatamente della rete turistico-culturale. Da questo punto di vista, essendo imprescindibile la tutela della sicurezza delle nostre risorse umane e dei visitatori, la riapertura nell’immediatezza del Museo della Liquirizia (il cui storytelling si nutre di immagini, profumi, documenti, teche ed oggetti ed ha bisogno della voce viva) rappresenterebbe un’imprudenza. Il nodo non è tanto stabilire il quando ma il come poter garantire un servizio di qualità che sia al tempo stesso rispettoso di quella sicurezza della quale tutti da questo momento in poi siamo chiamati alla responsabilità. Stiamo guardando con ribadita attenzione al lavoro che in questa direzione sta portando avanti il Ministro Dario Franceschini, confermando un dialogo costante con il Sottosegretario al Ministero per i beni e le attività culturali, Anna Laura Orrico.
Non manca di sicuro l’impegno da parte delle associazioni di categoria come il gruppo cultura di Confindustria Cosenza, ad individuare e studiare strategie e metodi per ripartire dopo l’emergenza.
È vero che forse i musei saranno gli ultimi a ripartire (si parla del 18 maggio), ma – conclude Pina Amarelli – dovremo continuare a riconoscere, anche e soprattutto riflettendo sull’emergenza e nella fase di ripartenza, la loro centralità nello sviluppo strategico e sostenibile dei territori.