«L’operazione “Via col vento” condotta dalla Dda di Reggio Calabria mette, ancora una volta, in evidenza la relazione pericolosa tra criminalità organizzata ed energie rinnovabili, un business finito nel mirino della ‘ndrangheta per via degli enormi profitti che poteva e può ancora generare, oltre che per la possibilità di riciclare denaro sporco in quella che si può considera una vera e propria “lavanderia industriale” a profitto garantito», ha dichiarato il Presidente della Commissione contro la ‘ndrangheta Arturo Bova commentando la notizia degli arresti operati dalla Dda di Reggio Calabria nella mattinata di giovedì.
«Congratulazioni quindi al procuratore capo Giovanni Bombardieri, al suo aggiunto Giuseppe Lombardo e ai pm De Bernardo, Calamita e Crisafulli per aver inteso riaccendere i riflettori su un argomento mai troppo analizzato in Calabria, dove lo sfruttamento del territorio è stato più volte indiscriminato, dove la capacità criminale di infiltrarsi nel tessuto economico e produttivo ha determinato il mancato sviluppo sostenibile della regione», ha proseguito Bova.
«Parimenti – ha concluso il Presidente -, l’operazione condotta dal procuratore di Castrovillari Eugenio Facciolla, ha messo a nudo un altro tallone d’Achille della nostra regione. Proprio ieri, nel commentare i dati di Legambiente sull’abusivismo, avevo sottolineato come appalti e costruzioni illegali siano uno dei principali problemi per il territorio calabrese. Oggi arriva la conferma di come questo sistema, fatto di connivenze, di funzionari pubblici disponibili, nel migliore dei casi, a chiudere un occhio, sia drammaticamente diffuso su tutto il territorio regionale e ne abbia danneggiato, negli anni, la bellezza e la sicurezza».