“Calabria, Terra mia”: nuovo ciack e nuove location per il cortometraggio di Muccino che non convinse i calabresi
Il Cortometraggio “Calabria, terra mia”, scritto e diretto da Gabriele Muccino, che ha come protagonisti Raul Bova e la sua compagna Rocìo Munoz Morals, non fu accolto con entusiasmo dai calabresi, i quali non si sentirono rappresentati da ciò che il regista volle raccontare della nostra meravigliosa terra.
Il breve documentario, prodotto da Viola film per la Regione Calabria, e per cui furono stanziati ben 1,5 milioni di euro, racconta la storia di una coppia di innamorati alla scoperta della Calabria, attraverso i luoghi più suggestivi e i sapori inconfondibili di questa regione. A regnare sulla scena erano gli agrumi, prodotto sicuramente caratteristico della Calabria ma che se così banalmente rappresentato, sembra essere l’unico motivo per cui un turista dovrebbe scegliere questa terra per trascorrere le proprie vacanze.
L’opera, fu presentata il 21 ottobre al Festival del Cinema di Roma, ed era stata fortemente sostenuta dalla compianta Presidente Jole Santelli, il cui obiettivo, purtroppo mancato, era probabilmente quello di dare un volto nuovo al turismo calabrese, svincolandolo da quegli stereotipi e cliché in cui, invece, è rimasta imbrigliata più che mai.
L’intero lavoro del noto regista era un susseguirsi di luoghi comuni: dalla gente seduta al bar, con tanto di bretelle e coppola in testa, alle arance e clementine inserite in ogni dove, a strade sterrate prive di qualsiasi riferimento per poterle contestualizzare e riconoscerle e, per non farsi mancare nulla, alla comparsa di bambini in sella ad asini.
Ovviamente, non erano mancate le critiche da parte del popolo calabrese che, se si parla di cliché e luoghi comuni, è abbastanza permaloso ed orgoglioso, ma anche da parte di esponenti politici e, più in generale, dell’opinione pubblica.
Furono forse queste polemiche a spingere Muccino ad eliminare il cortometraggio dal suo Vimeo? Sarebbe ragionevole ritenere che il motivo fosse stato questo.
Al netto del dispiacere e di qualsiasi giudizio artistico e morale, dopo aver preso visione dell’opera, una domanda sorgeva spontanea era: dove era la Calabria autentica, vera, culla della civiltà e dal patrimonio culturale e paesaggistico di inestimabile valore?
A questo dubbio ha cercato di dare una risposta il Presidente della regione facente funzione Nino Spirlì che, nei giorni scorsi, ha inaugurato un nuovo ciack per restaurare il cortometraggio e connotarlo di senso di appartenenza.
«Stiamo arricchendo la prima versione del corto con immagini aggiuntive che presenteranno ancora meglio una Calabria che ha voglia di farsi conoscere e di farsi visitare da tutti i popoli del mondo». È quanto ha dichiarato, per l’appunto, il presidente dopo aver fatto una visita sul set del cortometraggio, allestito nella zona Ulivarella della Tonnara di Palmi.
«Ringrazio Alessandro Trapani, Alessandro Passadore e tutti i soci di Viola film per aver accolto la nostra richiesta. Allo stesso tempo – ha aggiunto Spirlì –, ringrazio Muccino per aver avuto il garbo di continuare quest’opera per portarla finalmente a termine».
«In questi giorni – ha continuato il presidente –, la troupe è stata anche nella Certosa di Serra San Bruno, nella Villa romana di Casignana e a Mammola, nel Musaba del grande Nik Spatari e della splendida e incandescente Hiske Maas».
«Queste nuove riprese sono molto importanti. Avevamo la necessità – ha concluso Spirlì – di aggiungere alcune “spezie” in una pietanza che era stata già confezionata. La nostra terra svela sempre un’anima nascosta e sotterranea in un secondo momento».