“Cambiamo la legge di bilancio per lo sviluppo del territorio” è il tema dell’assemblea territoriale unitaria che Cgil, Cisl e Uil terranno a Cosenza martedì 30 novembre alle ore 9.30 presso l’Hotel Royal.
L’incontro rientra nelle iniziative di mobilitazione che i sindacati confederali stanno attuando in tutta Italia, mentre è in corso l’iter parlamentare di discussione e approvazione della manovra finanziaria 2022. «Con le iniziative di di questi giorni, diffuse in tutti i territori della regione e dell’Italia intera – si legge in una nota di Cgil, Cisl e Uil della provincia di Cosenza –, chiediamo che la legge di bilancio 2022 dia risposte convincenti su lavoro, pensioni, fisco, sviluppo, welfare, contrasto alle diseguaglianze sociali, economiche e geografiche del Paese. Si tratta di tematiche fondamentali per la ripartenza, in un momento di particolare difficoltà per il Paese e in particolare per la Calabria, sulla quale si gioca una partita irrinunciabile ai fini dello sviluppo».
L’assemblea sarà aperta dai Segretari generali Giuseppe Guido (Cgil Pollino-Sibaritide-Tirreno), Umberto Calabrone (Cgil Cosenza), Giuseppe Lavia (Cisl Cosenza), Roberto Castagna (Uil Cosenza).
Dopo il dibattito, nel quale interverranno delegate e delegati delle federazioni, pensionate e pensionati, i lavori saranno conclusi da Tonino Russo, Segretario generale della Cisl calabrese.
In sintesi, le rivendicazioni proposte nella piattaforma unitaria delle tre organizzazioni sindacali, elaborata sulla base della bozza di legge di bilancio 2022 del 28 ottobre scorso, sono così riassunte:
«Lavoro – Servono investimenti per creare buona occupazione, ammortizzatori sociali universali e politiche attive; bisogna contrastare la precarietà e rilanciare il potere di acquisto di salari e pensioni, stabilizzare il lavoro e rilanciare le assunzioni nei settori pubblici, a cominciare da sanità e scuola.
Pensioni – No a quota 102. Servono una pensione di garanzia per i giovani, più sostegno alle donne, ai lavoratori disoccupati, discontinui e precoci, forti incentivi per la previdenza complementare. Possibilità di pensione: da 62 anni d’età; con 41 anni di contributi senza limiti d’età.
Sviluppo – Rafforzare le politiche industriali e di sviluppo; sbloccare gli investimenti in ricerca, innovazione e formazione; affrontare le sfide della transizione ambientale e digitale; risolvere le tante crisi aziendali ferme da troppo tempo al Mise.
Fisco – Incrementare le risorse da destinare alla riduzione delle tasse a lavoratori e pensionati, contrastare lavoro nero, evasione ed elusione fiscale. Dire basta ad incentivi a pioggia alle imprese.
Sociale – Incrementare le risorse e introdurre i livelli essenziali in vista della legge sulla non autosufficienza; contrastare la povertà migliorando il reddito di cittadinanza e potenziando le politiche di inclusione».