Preoccupazione per i possibili effetti del regionalismo differenziato sulla già fragile economia del Sud. Delusione per la forbice che sembra ampliarsi sempre di più tra la politica e i bisogni concreti dei settori produttivi del Paese, in particolare delle piccole e medie imprese.
Sono i due grandi temi che il presidente di Confesercenti Catanzaro, Francesco Chirillo, ha affrontato oggi, presso la sede associativa di via Lucrezia della Valle, incontrando il deputato del Pd Antonio Viscomi.
Il primo di una serie di appuntamenti pianificati per i mesi di giugno e luglio, con parlamentari calabresi di tutti gli schieramenti: da Fratelli d’Italia al Movimento 5 Stelle, da Forza Italia alla Lega. “Confesercenti – ha spiegato il presidente Chirillo – rappresenta un tessuto di persone che vivono i territori capillarmente, ne conoscono a fondo le problematiche e propongono una loro precisa idea di società.
Con questi incontri chiediamo ai nostri deputati e senatori un’attenzione costante e continua alle esigenze del mondo produttivo, non soltanto circoscritta al momento elettorale”. L’on. Viscomi ha subito accolto l’invito di Confesercenti Catanzaro, condividendo gran parte delle perplessità espresse da Francesco Chirillo.
Con riferimento ai disegni autonomisti di alcune regioni del Nord, l’esponente del Pd ha definito le modalità di attuazione del regionalismo differenziato “pericolose”.
“Basti pensare al Veneto – ha rimarcato Viscomi – che chiede libertà di gestione su ben ventitré materie. In pratica, siamo di fronte alla creazione di un micro-Stato. Non è più neanche federalismo, siamo alla secessione”.
In questo contesto, ha rilanciato Chirillo, se è vero che “oggi manca una adeguata visione nazionale del Sud e dei suoi bisogni, poco o nulla ha cambiato la nomina di un ministro con la delega al Mezzogiorno”.
Altrettanto poi, ha lamentato il presidente di Confesercenti, avviene a livello locale “dove la Regione Calabria resta impermeabile al confronto con le associazioni rappresentative delle imprese, dell’economia, del lavoro”. La considerazione conclusiva di Chirillo ha avuto come destinatario il Governo, con un invito “a uscire dall’equivoco di un Decreto Dignità che, come dimostrano i fatti, non aiuta la ripresa occupazionale. Invece, occorre mettere subito mano alla crescita, alla diminuzione delle tasse e al sostegno alle imprese”.