Non solo, e soltanto, difesa dei lavoratori. E non solo, e soltanto, tutela dei diritti denegati (troppo spesso) a ogni livello sociale. Ma proposta, soprattutto; e stimolo costante agli attori politici e istituzionali che detengono il potere della scelta e dispongono degli strumenti chiave per innescare il rilancio concreto delle ambizioni economico-sociali della Calabria.
La sfida lanciata dalla (nuova) Cgil dell’Area Vasta “Catanzaro-Crotone-Vibo” assume un carattere assolutamente storico in una fase delicatissima per lo sviluppo della regione. E a guidare il percorso che porterà la più grande e rappresentativa organizzazione sindacale del Paese a inserirsi con sempre maggiore determinazione nei meccanismi di programmazione territoriale, nell’area centrale della Calabria, sarà Raffaele Mammoliti.
Il dirigente sindacale è stato infatti investito di questo ruolo di notevole responsabilità al termine del congresso costitutivo dell’Area Vasta tenutosi nel Lametino ieri e oggi. Due giorni di dibattiti, confronto serrato, proposte, denunce e programmazione dell’azione sindacale che verrà nell’ambito dell’area centrale della Calabria. La scelta di Mammoliti è giunta al termine di un percorso lungo e articolato che ha visto, nelle scorse settimane, l’elezione dei segretari generali di categoria.
In totale, si sono tenute ben 298 assemblee di base con la partecipazione di 17mila 829 iscritti. Il contributo di tutti ha consentito di arrivare a congresso con la presenza di oltre 180 delegati delle varie categorie della Cgil per la composizione (ed elezione a scrutinio segreto) di oltre 60 componenti del nuovo direttivo territoriale di 90 componenti dell’assemblea. Proprio quest’ultimo organismo, sempre a scrutinio segreto, su proposta dei centri regolatori Cgil Nazionale e Regionale, ha eletto il nuovo segretario generale di Area Vasta.
Il nuovo segretario, nel corso del primo giorno di lavori, ha prospettato la strada da percorrere attraverso una relazione assai composita e pienamente contestualizzata nella realtà territoriale in cui la nuova Cgil dovrà andare a incidere. Dovendo sintetizzare, i passaggi nodali dell’intervento di Raffaele Mammoliti, che rappresentano il manifesto sindacale della nuova Area Vasta, ruotano attorno a tre direttrici precise: tutela del lavoro e creazione di nuove opportunità di lavoro; legalità e difesa dei diritti sociali; valorizzazione e messa in sicurezza del territorio.
Mammoliti : si è soffermato su una serie di obiettivi concreti: mettere a frutto gli strumenti e le risorse che ci sono e che, da sole, potrebbero invertire definitivamente il trend negativo che interessa il sistema Calabria in tutti i suoi comparti. La classe dirigente e politica della regione ha una grande e grave responsabilità: deve attivare al più presto, e non a parole, la “batteria” di dispositivi finanziari che questa regione in passato non ha mai avuto a sua disposizione e che, pur disponendone ora, non viene sfruttata e utilizzata adeguatamente. Basti fare un solo esempio: il mancato utilizzo dei finanziamenti del Patto per la Calabria sottoscritto nel 2016 e che, tra le altre cose, contempla investimenti per oltre 5 miliardi di euro di cui 1 miliardo e 600 milioni solo nel comparto della messa in sicurezza del territorio.
I settori su cui la Cgil Area Vasta vuole intervenire traspaiono netti dalla relazione – applaudita in più occasioni – dal segretario Mammoliti:
contrasto a ogni forma di illegalità (a partire da quella carattere criminale), contrasto alla fuga dei cervelli, innalzamento della qualità sanitaria, rilancio delle politiche industriali, tutela e creazione di nuovi posti di lavoro, difesa del territorio, riqualificazione della pubblica amministrazione.
Nel corso della sua relazione, Mammoliti ha rivolto un ideale abbraccio al sindaco di Riace Mimmo Lucano, fulgido esempio di «riscossa civica e democratica, le cui azioni vanno sostenute perché mirano a contrastare un’azione repressiva e oscurantista che vorrebbe cancellare e distruggere una esemplare esperienza a difesa dei diritti umani e della dignità delle persone».
«La nostra scelta di unificazione – ha detto Mammoliti – si prefigge lo scopo di aprire e animare un confronto sui temi, i problemi, le criticità e le tante opportunità che l’Area Centrale della Calabria possiede e rappresenta; e lo facciamo indicando una prospettiva di crescita di Sviluppo sostenibile proponendo la concreta realizzazione di un Piano del Lavoro che possa finalmente dare risposte ai tanti bisogni dei giovani calabresi – ha aggiunto–. Noi vogliamo unire e non dividere, e non soltanto dentro la Cgil: la nostra volontà di riconnessione interna si tradurrà nella creazione di un organismo che parli, fuori, non solo ai rappresentanti politico-istituzionali con i quali andremo a confrontarci ma anche e soprattutto alle altre organizzazioni sindacali affinché il ruolo di difesa delle classi sociali risulti più efficace e porti al conseguimento dei risultati e degli obiettivi che ci siamo posti.
Innumerevoli gli interventi degli ospiti (Cisl, Uil, Anpi, Libera, associazioni attive sui territori) e dei delegati intenzionati a sostenere il percorso prospettato da Mammoliti: cambiare – senza paura – per rinnovare e innovare, un concetto apprezzato anche dal segretario regionale della Cgil, Angelo Sposato, il quale ha voluto sottolineare la portata storica della decisione assunta dal sindacato attraverso la costituzione dell’Area vasta («qui – ha detto ieri Sposato – si scrive un pezzo di storia»).
A sottolineare l’importanza di questo momento strategico per la Cgil, il segretario organizzativo nazionale Nino Baseotto, il cui intervento incentrato sul tema del lavoro e sulla centralità del lavoro nel contesto sociale ha riscosso notevoli apprezzamenti anche per i risvolti strategici che la Cgil può avere, indirettamente, in chiave politica: «Noi non ci sostituiremo alla politica, all’opposizione, alla sinistra perché questo non è il nostro ruolo. Ma alla sinistra affidiamo il nostro bagaglio di valori. Riparta, la sinistra, dalla centralità del lavoro…».. Non è una scelta di accentramento, ma di unione e condivisione delle battaglie in chiave collettiva: svuotiamo i palazzi per andare sui territori.